Scopriamo insieme perché è meglio preferire il riso integrale a quello bianco raffinato.
Il chicco del riso integrale, dal sapore nocciolato, racchiude moltissime fibre e vitamine. È più duro perché intero, ovvero formato dallo strato esterno chiamato crusca, dal nucleo detto germe e da uno strato intermedio amidaceo definito endosperma. Con la raffinazione e la lucidatura finalizzate a rendere il chicco bianco vengono rimossi i primi due strati, lasciando solo l’endospora; un processo che rimuove la maggior parte delle fibre e dei principi nutritivi. Insomma, il riso integrale è altamente nutriente.
Senza glutine, è povero di calorie e non contiene grassi trans o colesterolo. La sua fibra contribuisce a ridurre il colesterolo, a migliorare il transito dell’intestino e a farci sentire sazi più a lungo. Inoltre, come noto, i cereali integrali aiutano a ridurre il rischio di ictus e diabete di tipo 2. Unica nota negativa del riso integrale è l’arsenico contenuto ad alti livelli, ecco perché le donne in gravidanza dovrebbero preferire quello bianco.
In ogni caso, prima di utilizzare il riso integrale abbiate l’accortezza di risciacquarlo bene sotto acqua corrente. Poi, per cuocerlo, aggiungere una parte di riso a due di brodo o acqua; una volta ad ebollizione, lasciate sobbollire a fuoco medio per almeno 45 minuti.