Tutti conoscono Wikipedia: l’enciclopedia online, multilingue e gratuita, nata da un’idea di Jimmy Wales e Larry Sanger. La piattaforma nel 2001 ha compiuto 20 anni.
Il principio è molto semplice: dare risposte su qualsivoglia argomento, facendo in modo che siano gli stessi utenti a fornire tali risposte. Insomma, chiunque si serva del portale per avere informazioni è possibile (per non dire probabile) abbia già provveduto -o provvederà in futuro- a essere anche autore di altri contenuti.
Chiunque, presto o tardi, ha fatto ricorso a Wikipedia. Nelle intenzioni di Wales, nel lungo termine Wikipedia doveva raggiungere la qualità della prestigiosa Enciclopedia Britannica ed essere pubblicata anche in formato cartaceo. A oggi tale obiettivo pare lontano dal concretizzarsi, non fosse altro che le informazioni contenute sul sito, che vanno sempre filtrate e controllate, proprio perché gli errori commessi dagli utenti in fase di inserimento di contenuti sono sempre in agguato. Trattandosi di una fonte dinamica, Wikipedia non può, pertanto, garantire la totale attendibilità.
Alla luce di tutto ciò, pare assurdo che Wikipedia sia stata bloccata, proprio per la sua utilità sociale. Eppure è ciò che è appena accaduto.
Wikipedia è stata bloccata: ecco dove
Sono tante e curiose le storie che viaggiano in parallelo con Wikipedia. Una di queste, tutta italiana, risale al 2017 quando i fan del cantante Francesco Gabbani decisero di compiere un attacco hacker su più pagine della piattaforma, in aperto dissenso col trattamento riservato all’artista all’EuroFestival, a parer loro non all’altezza del loro beniamino.
Quanto sta accadendo negli ultimi giorni, però, è ben più grave di un attacco di pirati informatici. L’Autorità delle telecomunicazioni pakistana (PTA) ha bloccato Wikipedia in tutto il Paese e i 50 milioni di utenti che ogni anno popolano il sito sono stati tagliati fuori. Secondo l’ente, il portale sarebbe responsabile di divulgare contenuti blasfemi.
La PTA ha prima intimato di eliminare certi contenuti ritenuti offensivi, poi è passata ai dati di fatto privando gli utenti della popolare enciclopedia online. Nel farlo, non è stata resa nota alcuna motivazione: non esiste pertanto una nota che indichi con precisione a quali contenuti sgraditi la decisione faccia riferimento.
Wikimedia Foundation, l’organizzazione che si occupa della presenza online dell’enciclopedia, ha chiesto alla PTA di rimuovere il blocco, al momento senza successo.
Perché hanno bloccato Wikipedia
Il Pakistan è un Paese musulmano dove la blasfemia è un reato che viene preso molto sul serio. Le accuse di blasfemia sono frequenti e Wikipedia non è certo il primo caso di censura cui viene sottoposto il web.
Il portavoce della PTA ha chiarito che il sito non verrà sbloccato fino alla totale rimozione dei contenuti ritenuti offensivi, una rimozione che fino ad oggi sarebbe avvenuta solo in parte.
Wikimedia Foundation ha specificato che non prende decisioni sui contenuti che, invece, vengono discussi direttamente dalla comunità che se ne occupa.
A nulla sono valse le proteste degli attivisti per i diritti digitali pakistani, secondo i quali l’obiettivo è mettere a tacere ogni forma di dissenso, in questo caso sfruttando il reato di blasfemia.