Ferrari ha realizzato una pole super con Leclerc. Un giro realizzato nella Q3 del Gran Premio d’Ungheria irraggiungibile per tutti. Il team di Maranello ha sofferto per tutta la qualifica, sino a quando, nell’ultima parte, le condizioni ambientali non sono cambiate. La guida perfetta del monegasco ha fatto il resto, portando la Rossa numero 16 davanti a tutti. Una posizione da difendere con i denti sulla distanza dei 300 km. Non sarà affatto facile…
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Il problema gomme della Ferrari
Le gomme non hanno funzionato a dovere nelle tre sessioni di prove libere. Il Cavallino Rampante ha provato diverse tecniche di attivazione, ma non c’è stato verso di cambiare l’approccio. La SF-25 ha un chiaro problema intrinseco nell’attivare la mescola e nel mantenere il range corretto di temperatura. Parliamo di un’asincronia termica che limita parecchio il rendimento della monoposto.
Se l’asse anteriore è nel suo valore target, il retrotreno tende all’overheating. Al contrario, se il posteriore mostra una temperatura corretta, le gomme dell’altro asse sono fredde e non forniscono l’aderenza necessaria nelle fasi di inserimento. L’equilibrio sugli pneumatici della Ferrari è sempre molto sottile e, in piste come l’Hungaroring, dove le curve sono tante e diverse tra loro, amministrare questo elemento è davvero complicato.
E in effetti il team non ci è riuscito, soprattutto nelle prime sessioni della qualifica magiara, dove Hamilton è stato eliminato in Q2 e Leclerc ha passato il taglio per il rotto della cuffia. Per fortuna le condizioni ambientali sono venute in soccorso alla squadra italiana, per una volta. Il calo di temperatura ha concesso di centrare la finestra ottimale sulle gomme e rendere la SF-25 un’auto competitiva e ben bilanciata.
Il risultato realistico per la Ferrari
C’è poi la questione vento, che per le tempistiche scelte dalla McLaren ha tolto ulteriore prestazione alle due MCL39. Una somma di fattori, unitamente alla super prestazione del ferrarista, che ha portato la vettura modenese in pole position. Osservando gli ideal lap, però, ossia i settori migliori sommati dalle vetture, Piastri, potenzialmente, poteva rifilare almeno sei decimi alla Rossa in condizioni normali.
Ma non finisce qui. Considerando i best sector, pure Norris, Stroll, Alonso e Russell avevano più potenziale della Ferrari di Charles. Questo fattore va sottolineato in ottica gara, dove come sempre verranno ripartiti i punti. La soddisfazione per la partenza dal palo resta, ma sulla distanza dei 300 chilometri la musica potrebbe cambiare eccome. Pirelli suggerisce una strategia a due soste come più rapida. Una sola se la temperatura sarà bassa.
Fattori e speranze della Rossa per la gara
Leclerc ha scelto di montare un’ala più scarica rispetto a quella di Hamilton. Una decisione per avere più velocità di punta che torna sempre utile. Un’arma utilizzata anche al Gran Premio del Belgio, dove Verstappen, pur avendo un passo uguale o migliore di Charles, non era in grado di avvicinarsi alla Ferrari per tentare il sorpasso. Ma il circuito ungherese non ha nulla a che vedere con quello di Spa-Francorchamps.
La gestione delle coperture è ben differente, con un degrado termico che presenta livelli più alti. Questo per sottolineare che il team di Woking, avendo un passo superiore e un carico al retrotreno maggiore, avrà un bel vantaggio nell’amministrare la tendenza all’overheating. Ferrari ha mostrato un buon ritmo con tanta benzina, ma prendendo in esame i dati non sembra essere all’altezza di quello delle MCL39.
Inoltre, l’incidenza superiore delle ali McLaren fornisce un delta velocistico a DRS aperto notevole. Sino all’era turbo-ibrida, l’Hungaroring era una pista dove superare era complicatissimo. Ma non è più così, oramai, considerando pure le varie zone dove si può utilizzare l’ala mobile. Sarà una sfida davvero complicata per la Rossa, che proverà a giocarsi le sue carte con Leclerc per coronare un sogno: vincere una gara nel mondiale 2025.