Crisi mercato auto: sarà davvero superata solo nel 2030

La crisi dei chip ha rallentato il settore auto negli ultimi anni: per tornare alla normalità sarà necessario attendere almeno il 2030 secondo un report

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Davide Raia

Esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Il mercato auto sta attraversando una crisi molto complicata. Nel corso degli ultimi anni, infatti, la carenza di semiconduttori ha rallentato notevolmente le attività produttive dei costruttori del settore automotive. In alcuni casi, i produttori sono stati costretti a ristrutturare i processi produttivi, modificando gli obiettivi in base all’effettiva disponibilità di componenti.

Nel corso del 2023, però, la crisi dei chip è stata in gran parte superata. Gli effetti della carenza di semiconduttori, però, continuano a influenzare il mercato. Per un ritorno alla “normalità” sarà necessario attendere il 2030 quando si potrà raggiungere il target produttivo globale originariamente previsto per il 2022.

La crisi continua

Gli effetti della crisi dei chip sono chiari. Come evidenzia un report di S&P Global Mobility, infatti, nel corso del 2021, a causa della carenza di semiconduttori, la produzione globale di auto è stata più bassa di circa 9,5 milioni di unità. La crisi ha colpito anche nel 2022: la produzione, in questo caso, è stata più bassa di 3 milioni di unità. Anche nel 2023 si continuano a percepire gli effetti della crisi. Secondo il report, infatti, nel solo primo semestre del 2023, il settore auto ha dovuto fare i conti con un calo della produzione globale di 524 mila unità.

L’industria delle quattro ruote si è oramai adattata a questa “nuova normalità“, riducendo le scorte di inventario e modificando i piani produttivi per privilegiare le auto in grado di generare profitti maggiori. Secondo Mark Fulthorpe, direttore esecutivo di S&P Global Mobility per il settore produzione, il mercato automotive si sta adeguando “a un’offerta limitata e, di conseguenza, è molto meno probabile che venga colpita da interruzioni significative“. Nonostante i piani per la soluzione della crisi dei chip, il mercato auto oggi continua a dover ancora fare i conti con scorte ridotte.

Un ritorno alla normalità nel 2030

La produzione del settore auto sta tornando alla normalità ma, come confermano anche i recenti dati di vendita in Europa, i livelli pre-pandemia sono ancora molto lontani. Un report di S&P Global Mobility del 2019, quindi antecedente alla crisi dei chip iniziata l’anno successivo, stimava il raggiungimento del target di 100 milioni di unità prodotte all’anno entro il 2022. Il settore è completamente cambiato, per via della pandemia e per la crescente elettrificazione.

Questo traguardo, quindi, è stato spostato. Secondo gli analisti sarà necessario attendere diversi anni per raggiungere il target. La difficoltà di reperire scorte sufficienti di semiconduttori (necessari in grandi quantità a causa di auto sempre più complesse dal punto di vista tecnologico) e l’aumento dei prezzi delle auto sono alla base di questa revisione. In media, nel 2020, secondo il report, un’auto presentava semiconduttori per 500 dollari di valore.

Nel 2028, invece, questo valore toccherà quota 1.400 dollari. Anche i tempi di consegna dei chip si sono allungati, passando da 3-4 mesi a oltre un anno. L’effetto combinato di tutti questi fattori è chiaro. Secondo S&P Global Mobility, infatti, il target dei 100 milioni di veicoli prodotti ogni anno sarà raggiunto non prima del 2030. Per il 2023, invece, la stima è di poco più di 83 milioni di unità mentre per il 2027 potrebbe essere possibile toccare quota 93 milioni di unità.