Il mese scorso dalle sale del Parlamentino del Municipio 1 di Milano, è trapelata una decisione che non ha mancato di provocare accese polemiche: il centrosinistra ha approvato una serie di iniziative in materia di mobilità sostenibile da sottoporre al Sindaco Sala, tra cui ci sarebbe l’ulteriore limitazione degli ingressi in Area C. Secondo quanto riportato dal Corriere, la proposta prevede di limitare l’accesso in Area C soltanto ai residenti della ZTL e ai veicoli adibiti alle consegne, per cui si ipotizza una limitazione degli orari di ingresso “con privilegio notturno”.
Il Sindaco Beppe Sala continua a portare avanti la strategia per trasformare Milano in una città meno inquinata. E dichiara: “Vogliamo chiudere al traffico privato il centro della città entro il primo semestre del 2024”, non è più così lontana l’ipotesi, “l’obiettivo è iniziare col centro per poi allargarsi, il cambiamento non è utopia, cambiare modello di sviluppo è possibile”.
A partire da oggi, lunedì 30 ottobre, inizia la mini rivoluzione nell’Area C di Milano: il biglietto per entrare passa da 5 a 7,50 euro, per i veicoli di servizio da 3 a 4,50 euro. Il 1° ottobre sono scattati i nuovi divieti per Area C, vietata anche “agli autoveicoli per il trasporto cose e autobus con alimentazione Euro 2/II benzina, Euro 0-4/IV diesel con Fap, Euro 5 diesel e Euro V diesel senza Fap e con Fap e particolato > 0,01 g/kWh”.
Cambiano le regole anche sui parcheggi a pagamento con strisce blu, “per potenziare il principio di rotazione e garantire a tutti la disponibilità di posti auto”. Dal lunedì al venerdì – dalle 8 alle 19 – la sosta a pagamento resta consentita, ma solo per due ore di tempo massimo consecutive. Dalle 19 alle 24 resta a pagamento per le prime 2 ore e la nottata resta gratuita fino alle 8 del mattino.
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La proposta
Nella serata di martedì 3 ottobre, il Consiglio del Municipio 1 di Milano – quello che comprende tutti i quartieri del Centro Storico cittadino – ha approvato un documento in tema di mobilità che prevede, tra le altre cose, di “limitare l’accesso al centro storico permettendo l’ingresso in Area C solo ai residenti o ai mezzi di distribuzione in determinate fasce orarie”.
Il disegno è quello di rendere il centro di Milano accessibile esclusivamente ai residenti della ZTL, applicando ulteriori restrizioni di orario per furgoni, corrieri e altri mezzi per le consegne. I consiglieri di centrosinistra, che hanno proposto il provvedimento, ne chiedono la valutazione urgente al Sindaco Beppe Sala con l’obiettivo, spiega il Corriere, di “concretizzare un piano di attuazione progressivo entro la fine del 2024”.
Il divieto di accesso nel centro storico di Milano è al centro delle decisioni future: “È chiaro che la transizione richiede impegno, e bisogna pensare ovviamente a chi è in difficoltà quando si prendono decisioni, ma cercare di cambiare le cose non è per l’élite, per i radical chic, ma è per tutti”, ha dichiarato lo stesso Sindaco.
Area C solo per residenti: la polemica
La polemica ha infiammato sin da subito la vicenda: dal centro-destra si sono levate le voci di Samuele Piscina, segretario cittadino della Lega e consigliere comunale, e Anna Maria Pignatti Morano, capogruppo in Municipio 1. “Dopo gli aumenti dei ticket di Area C che entrano in vigore il 30 ottobre, e le restrizioni di Area B”, denunciano le opposizioni milanesi, “ci troviamo ancora una volta di fronte alla miope visione sulla mobilità della sinistra”.
Piscina e Morano denunciano con vigore l’assurdità di quella che, a rigor di logica, dovrebbe essere un’acquisizione quasi scontata della transizione ecologica: l’idea del Comune di Milano, accusano le opposizioni, è quella di “far sparire pian piano tutte le auto”. Una miope follia, sostengono le opposizioni, per una città che punta alla realizzazione di un’area con mobilità a emissioni zero entro il 2030 e che si trova nel cuore della zona più inquinata d’Europa.
Secondo i consiglieri che si oppongono alla valutazione della misura proposta dal centrosinistra milanese, “a essere colpiti sarebbero gli anziani con necessità di recarsi presso le strutture sanitarie o i servizi del centro” ma anche “i commercianti che subirebbero la diminuzione dei clienti, gli artigiani che devono circolare durante tutto l’arco della giornata per trasportare materiale pesante, i lavoratori che devono necessariamente utilizzare l’auto per garantire spostamenti celeri”.
La città del futuro: spazio ai milanesi, non alle loro auto
La posizione dei dem del Municipio 1 è affidata a Lorenzo Pacini, assessore al Verde e Arredo Urbano: “Tra i nostri compiti non c’è solo riparare le buche”, fa notare, “ma stilare delle linee di indirizzo per immaginare la Milano del futuro: per noi è prioritario ridurre il più possibile le auto in centro”.
“Anche perché i dati di Area C dimostrano che il pagamento del ticket di ingresso non serve a ridurre il numero di veicoli che ogni giorno entrano”, spiega l’assessore riportato dal Corriere, “bisogna superare il concetto dei 5 euro e andare verso la pedonalizzazione”.
“Guardare al futuro di Milano vuol dire immaginare una città metropolitana che si libera delle auto per lasciare spazio a lavoratori, pedoni, ciclisti, famiglie, commercianti”, spiega Pacini, “spazio a loro, ai loro polmoni e alle loro gambe, non alle loro auto”. “Questa cosa la possiamo fare in tanti modi. Aumentando trasporto pubblico(più efficiente e meno costoso), costruendo ciclabili e dando l’alternativa vera all’auto”, prosegue il consigliere.
Le ultimissime dichiarazioni del Sindaco Sala sulla questione: “In corso Venezia, all’incrocio con via Senato, ci saranno delle telecamere che registrano dei passaggi. Le macchine private non potranno entrare, a meno che siano macchine di residenti che hanno il garage o macchine dirette nei parcheggi”.
E ha aggiunto che ancora non c’è una data precisa perché servono le verifiche alla viabilità. Quindi, come spiega: “Si tratta di una misura su cui ho discusso a lungo con esponenti delle case di moda che sono interessate. Però devo dire con onestà, ho trovato molto consenso sulla cosa. Qualcuno dice addirittura pedonalizziamo, e chissà se in futuro ci si potrà arrivare. A mio giudizio la misura non toglie molto ma aggiunge tanto perché è significativa e detta un altro passo nel nostro modo di procedere”.