Assalto a La Stampa, il vicedirettore Monga contro Francesca Albanese: "Dice cose per un follower in più"

Dopo l'assalto a La Stampa, il vicedirettore del quotidiano Monga attacca frontalmente Francesca Albanese per la frase sul "monito"

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Il violento assalto a La Stampa del 28 novembre a Torino ha innescato una pesante polemica dopo le parole di Francesca Albanese, che ha definito l’episodio un “monito” per i giornalisti. A rispondere è intervenuto il vicedirettore Federico Monga che il 1º dicembre, a Mattino Cinque, ha accusato la relatrice ONU di cercare solo visibilità.

Assalto a La Stampa, parla Monga

Monga ha liquidato le affermazioni della Albanese come un tentativo di “guadagnare qualche follower in più”, difendendo l’indipendenza e la completezza dell’informazione del quotidiano.

Le parole di Monga, rilasciate a Mattino Cinque, non hanno lasciato spazio a interpretazioni: la reazione della Albanese è stata vista come un mero tentativo di guadagnare visibilità a buon mercato.

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Una delle scritte nella redazione de La Stampa

“Credo che sia disposta a dire qualsiasi cosa per guadagnare qualche follower in più e mettersi in evidenza,” ha dichiarato il vicedirettore.

Monga ha rimarcato come l’atteggiamento della relatrice ONU sia diametralmente opposto alla cultura del quotidiano: “Persone come Albanese non appartengono alla cultura della Stampa: noi ascoltiamo tutti”.

Il vicedirettore ha difeso con forza l’operato del giornale, sottolineando che, se c’è un quotidiano che ha raccontato il conflitto a Gaza in maniera completo questo è proprio La Stampa.

Gli slogan e il richiamo alle Brigate Rosse

L’episodio dell’irruzione, in cui 36 persone sono state identificate dalla Digos a Torino, è stato bollato da Monga come sintomo di pura “ignoranza e imbecillità”.

Il vicedirettore ha infatti espresso la convinzione che molti dei giovani autori dell’assalto a La Stampa non solo non conoscano il quotidiano, ma ignorino anche la storia.

A riprova di ciò, Monga ha citato gli slogan usati durante il blitz, come “Giornalista terrorista, sei il primo della lista”, tristemente noti in quanto utilizzati dalle Brigate Rosse, richiamando un periodo buio e violento della storia italiana.

Le critiche a Francesca Albanese

Le affermazioni di Francesca Albanese dal palco di Rebuild Justice a Roma, dove ha chiesto alla stampa di “riportare i fatti al centro” con “un minimo di analisi e contestualizzazione”, hanno scatenato una feroce polemica che ha travolto l’intero panorama politico e giornalistico italiano.

Dal Quirinale al Governo, sono giunte condanne unanime per l’atto di violenza, ma anche per le parole della relatrice.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, le ha definite “inaccettabili”, chiedendo: “Ma quale avvertimento? La stampa non è libera di scrivere?”.

Simile la reazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha avvertito che “non condannare queste cose innesca meccanismi che poi nessuno controlla”.

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