Avanguardia Torino esalta fascismo e metodi razziali, sequestrata sede: cosa avveniva nel circolo, i dettagli
Sequestrata la sede Edoras di Avanguardia Torino per propaganda e istigazione all’odio razziale. Indagini su eventi fascisti nel 2024.
È stata sequestrata la sede “Edoras” del movimento Avanguardia Torino, situata in via Tibone nr. 2, nell’ambito di un’operazione condotta dai militari del Ros su disposizione del gip del Tribunale di Torino. Il provvedimento è stato emesso nella mattinata odierna per contrastare presunte attività di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, nonché per manifestazioni fasciste. Secondo quanto si legge sul sito dei Carabinieri, la misura preventiva è stata adottata per impedire che la sede potesse essere ancora utilizzata per la commissione di nuovi reati analoghi.
Il sequestro della sede Edoras: i dettagli dell’operazione
Stando alle informazioni pubblicate sul sito dei Carabinieri, nella mattinata di oggi i militari del Ros hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p., emesso dal gip presso il Tribunale di Torino. Il provvedimento ha riguardato la sede denominata “Edoras” del movimento “Avanguardia Torino”, situata in via Tibone nr. 2. L’azione è stata condotta in relazione ai reati previsti dagli articoli 604 bis, commi 2 e 3 c.p. (associazione finalizzata alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa), art. 604 bis co. 1 e 4 c.p. (propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa) e art. 5 L. 645/1952 (manifestazioni fasciste).
Le indagini e le accuse: eventi e manifestazioni sotto la lente
Le indagini, avviate nel corso del 2024, hanno permesso di ricostruire una serie di eventi musicali e culturali organizzati presso la sede “Edoras”. A questi appuntamenti avrebbero preso parte militanti italiani e stranieri. Nel corso di tali eventi, secondo quanto emerso dalle investigazioni, gli indagati avrebbero compiuto manifestazioni di esaltazione dei principi, fatti o metodi del fascismo, promuovendo finalità antidemocratiche e idee o metodi razzisti. Inoltre, sarebbero state realizzate manifestazioni tipiche del disciolto partito fascista e di organizzazioni naziste.
Il contesto normativo: le leggi contestate
Il decreto di sequestro si fonda su specifici riferimenti normativi. In particolare, gli articoli 604 bis del codice penale puniscono l’associazione finalizzata alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, nonché la propaganda e istigazione a delinquere per le stesse motivazioni. L’articolo 5 della legge 645/1952, invece, sanziona le manifestazioni fasciste. Queste norme sono state richiamate nel provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Torino, che ha ritenuto necessario intervenire per evitare che la sede potesse continuare a essere un punto di riferimento per attività illecite di questo tipo.
Le motivazioni del sequestro: prevenire nuovi reati
Il sequestro preventivo della sede “Edoras” è stato richiesto e disposto per impedire che la libera disponibilità dei locali potesse agevolare la commissione di nuove e analoghe condotte di reato. Le autorità giudiziarie hanno ritenuto che la struttura rappresentasse un rischio concreto per la reiterazione di attività di propaganda e istigazione a delinquere a sfondo razziale, etnico e religioso, nonché per la promozione di manifestazioni fasciste. L’intervento si inserisce in un più ampio quadro di contrasto ai fenomeni di estremismo e intolleranza, che negli ultimi anni hanno visto una recrudescenza anche in ambito locale.
Gli eventi sotto accusa: musica, cultura e ideologia
Durante le indagini, gli inquirenti hanno documentato come, nel corso del 2024, la sede “Edoras” sia stata teatro di numerosi eventi musicali e culturali. A questi appuntamenti avrebbero partecipato non solo militanti italiani, ma anche stranieri, accomunati dall’adesione a ideologie di estrema destra. Nel corso di tali eventi, secondo l’accusa, sarebbero state compiute manifestazioni di esaltazione dei principi, fatti o metodi del fascismo, con la diffusione di idee antidemocratiche e razziste. Gli investigatori hanno inoltre rilevato la presenza di simboli e comportamenti riconducibili al disciolto partito fascista e a organizzazioni naziste.
La posizione degli indagati: la presunzione di innocenza
Nonostante il sequestro della sede e le accuse mosse nei confronti degli indagati, le autorità hanno sottolineato che le persone coinvolte devono essere considerate innocenti fino a sentenza definitiva di condanna. Il principio della presunzione di innocenza resta un caposaldo del sistema giudiziario italiano, a tutela dei diritti degli imputati. Le indagini proseguiranno per accertare eventuali responsabilità individuali e per chiarire il ruolo di ciascun partecipante agli eventi organizzati presso la sede “Edoras”.
Il ruolo delle forze dell’ordine e della magistratura
L’operazione condotta dai militari del ROS, su mandato del gip del Tribunale di Torino, rappresenta un esempio dell’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura nel contrasto ai fenomeni di propaganda e istigazione a delinquere legati a motivi di discriminazione. Il sequestro della sede “Edoras” si inserisce in una strategia più ampia volta a prevenire la diffusione di ideologie estremiste e a garantire il rispetto dei valori democratici sanciti dalla Costituzione italiana.
Le reazioni della comunità e delle istituzioni
La notizia del sequestro della sede “Edoras” ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della comunità locale. Da un lato, alcune associazioni e rappresentanti istituzionali hanno espresso soddisfazione per l’intervento delle autorità, sottolineando l’importanza di contrastare ogni forma di discriminazione e di apologia del fascismo. Dall’altro, alcuni simpatizzanti del movimento “Avanguardia Torino” hanno manifestato dissenso, rivendicando la legittimità delle proprie attività culturali e musicali. Il dibattito resta aperto, mentre le indagini proseguono per fare piena luce sui fatti contestati.
Il precedente: la normativa sulle manifestazioni fasciste
La legge 645/1952, nota come “Legge Scelba”, vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e punisce le manifestazioni fasciste. Negli ultimi anni, le autorità hanno intensificato i controlli su gruppi e movimenti che si ispirano a ideologie di estrema destra, intervenendo con provvedimenti di sequestro e scioglimento di associazioni ritenute pericolose per l’ordine democratico. Il caso della sede “Edoras” di Torino si inserisce in questo contesto, rappresentando un nuovo capitolo nella lotta contro l’estremismo politico.

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.