Delitto di Garlasco, Alberto Stasi non vuole mollare: "Ho la coscienza a posto, gli innocenti non scappano"
Alberto Stasi ha parlato degli sviluppi sul delitto di Garlasco, delle sue emozioni e di come abbia trovato le forze per i 10 anni vissuti in carcere
Alberto Stasi non perde le speranze. Il 42enne, in carcere per scontare una condanna a 16 anni sull’omicidio dell’ex fidanzata Chiara Poggi, si è sempre professato innocente e dopo le ultime rivelazioni nella nuova indagine sul delitto di Garlasco comincia forse a credere di aver qualche possibilità di essere scagionato.
L’intervista Alberto Stasi
Intervistato nell’ultima puntata de Le Iene, Stasi ha affermato di vivere gli ultimi sviluppi su Garlasco con "uno tsunami di emozioni"
"Io mi auguro che si possa arrivare alla verità, alla giustizia per Chiara, soprattutto, per la sua famiglia, per tutti quanti" ha detto ai microfoni di Italia 1, "una cosa a cui tengo molto".
Le parole sugli sviluppi di Garlasco
"Sono in attesa degli sviluppi" ha spiegato il 42enne commentando le nuove indagini sul caso, di viverle "con fiduciosa attesa, con speranza".
"Io comunque tra pochi mesi potrei anche essere definitivamente a casa, quindi non sono questi pochi mesi che per me fanno la differenza, ho motivazioni più profonde" ha spiegato ancora, affermando che "sarebbe molto più importante per me, per la mia famiglia, per Chiara, trovare la verità".
"Non ci conosciamo, non l’ho mai visto" ha poi aggiunto Stasi alla domanda se conoscesse Andrea Sempio. "Era un amico del fratello e quindi anche da un punto di vista di età totalmente estraneo alla mia cerchia di amicizie di conoscenze, quindi mi visto, mai sentito".
Le speranze di Stasi
Nell’intervista a Le Iene Stasi ha poi spiegato come ha vissuto i 10 anni passati in carcere: "Faccio spesso un esempio, credo che sia calzante: un po’ come quando ti viene diagnosticato un cancro, ti capita, in qualche modo devi reagire, come ho detto altre volte io quanto meno ho la leggerezza della coscienza che mi aiuta".
"È difficile magari da capire – ha aggiunto – però è il senso di non avere il peso di quello che è successo che ti logora dentro e che quindi in qualche modo ti fa vivere la questione come un incidente della tua vita molto grave, molto brutto, ma che riesci ad affrontare".
Stasi descrive il suo sentirsi innocente come una "risorsa", uno strumento interiore per affrontare il carcere, dal quale non avrebbe mai pensato di scappare: "Gli innocenti non scappano".
