Eva Mikula a Belve Crime di Francesca Fagnani, chi è l'ex fidanzata di Fabio Savi della Uno Bianca

Belve Crime inizierà con l'intervista a Eva Mikula, ex fidanzata di Fabio Savi della Uno Bianca. Cosa rivelerà a Francesca Fagnani

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La prima stagione di Belve Crime, lo spin off di Belve condotto da Francesca Fagnani, si apre con Eva Mikula. Un nome che rimbomba, inevitabilmente: 49 anni, quando era ancora molto giovane per due anni ebbe una relazione con Fabio Savi della banda della Uno Bianca. In un’anteprima pubblicata sui social Eva Mikula dice di attendere ancora le scuse “dai familiari delle vittime” che “da 30 anni” la accuserebbero di essere stata complice e non vittima della banda, accuse che per la donna sono “un’istigazione al suicidio“. Da quando i componenti furono arrestati, infatti, la 49enne sostiene di aver favorito la loro condanna.

Francesca Fagnani intervista Eva Mikula

Martedì 10 giugno alle 21:20 su Rai 2 partirà lo spin off di Belve. Francesca Fagnani presenta Belve Crime, il format in cui gli intervistati sono i personaggi legati ai più importanti fatti di cronaca nera italiana.

Nella prima puntata di fronte alla giornalista siederanno Tamara Ianni, collaboratrice di giustizia che smascherò il sistema degli Spada a Ostia, ed Eva Mikula, ex fidanzata di Fabio Savi della banda della Uno Bianca.

eva mikula belve crime francesca fagnani uno biancaFonte foto: ANSA
Eva Mikula nel 1996 durante il processo contro i componenti della banda della Uno Bianca. Per due anni era stata la fidanzata di Fabio Savi, con cui si trovava quando fu arrestato

A Francesca Fagnani Eva Mikula racconta di aver “parlato solo dopo l’arresto” in quanto Fabio Savi, suo fidanzato dal 1992 al 1994 e con il quale viveva a Torriana (Rimini), durante la loro relazione usò spesso minacce nei suoi riguardi per scongiurare ogni tentativo della donna di rivolgersi alle forze dell’ordine.

A tal proposito la conduttrice le chiede: “Lei come faceva a dormirci e a farci colazione?”. “Che altro potevo fare?”, risponde Eva Mikula. Fagnani ricorda un’intervista rilasciata da Fabio Savi a Franca Leosini per Storie Maledette in cui rivela che tutte le mattine portava cornetti caldi alla fidanzata. Eva Mikula aggiunge: “Un uomo che la sera prima ti mena e la mattina di porta un fiore, è normale? Le volte che ho avuto gli occhi neri, mi ha strappato i capelli e mi ha puntato la pistola non se le ricorda?”.

Eva Mikula ha sempre sostenuto che grazie alle sue dichiarazioni rese dopo l’arresto dei fratelli Savi e dei loro complici è stata possibile la condanna e la fine della storia della Uno Bianca. Eppure da circa 30 anni le famiglie delle vittime sostengono che lei, piuttosto, sia stata una complice dell’organizzazione. Accusa che Mikula respinge. Fagnani le chiede: “A chi deve delle scuse?”, la 49enne risponde: “Le attendo. Dai familiari delle vittime”.

Chi è Eva Mikula

Come anticipato, Eva Mikula è stata la fidanzata e convivente di Fabio Savi dal 1992 al 1994. I due vissero insieme a Torriana, in provincia di Rimini. La loro relazione si interruppe inevitabilmente il 24 novembre 1994, quando i due furono fermati in un autogrill lungo il tratto autostradale Tarvisio-Udine. Savi, infatti, stava tentando di darsi alla fuga insieme a Mikula dopo l’arresto del fratello Roberto Savi avvenuto il 21 novembre presso la Questura di Bologna.

Eva Mikula, nata a Baia Mare in Romania nel 1975, conobbe Fabio Savi a Budapest nel 1992 e lui la convinse ad andare a vivere insieme in Italia. Da quel momento, secondo i racconti della donna, sarebbe iniziata una tormentata convivenza. Mikula ha sempre sostenuto che Savi la teneva in pugno sotto costante minaccia, dato che inevitabilmente la donna era venuta a conoscenza dei segreti della Uno Bianca.

Dopo l’arresto del 24 novembre, quindi, Eva Mikula iniziò a collaborare con la giustizia dichiarandosi vittima e non complice della banda, dal momento che non avrebbe partecipato ad alcuna azione criminale. Agli inquirenti svelò i retroscena vissuti in prima persona nel corso della relazione con Fabio Savi.

La banda della Uno Bianca, in breve

La banda della Uno Bianca operò in Emilia, in Romagna e nelle Marche dal 1987 al 1994 arrivando ad uccidere 24 persone e ferirne. Come raccontato da Fabio Savi a Franca Leosini, il progetto iniziale era quello di accumulare denari in modo illecito per compensare un’economia domestica precaria. Savi, infatti, lavorava come carrozziere e sentì un forte bisogno di riscatto sociale. Non era stato in grado di entrare in polizia per via dei suoi problemi alla vista. I suoi fratelli Roberto e Alberto, invece, erano poliziotti. I tre condividevano la passione per le armi.

Dopo le prime rapine presso i caselli autostradali, la banda – comandata soprattutto da Roberto e Fabio Savi – estese il campo d’azione ai supermercati e alle banche. La scia di sangue che si lasciò alle spalle contava 24 vittime “colpevoli” di essersi frapposte al loro obiettivo di fare denaro.

Particolarmente cruenti furono i fatti del 4 gennaio 1991, ricordati dalla stampa come strage del Pilastro. Alle 22 la banda, che transitava lungo il quartiere Pilastro di Bologna in direzione di San Lazzaro di Savena (BO), fu affiancata da un’auto dei carabinieri e sorpassata. La banda temette che i militari volessero annotare il numero di targa, quindi aprirono il fuoco in direzione del conducente Otello Stefanini. L’auto sbandò e si schiantò contro alcuni cassonetti.

I militari scesero dall’auto e nacque un conflitto a fuoco durante il quale morirono i tre uomini dell’Arma: oltre a Stefanini persero la vita Andrea Moneta Mauro Mitilini. La scia di sangue continuò, fino a quando grazie al match tra un’immagine a volto scoperto e un’immagine a volto occultato registrata dalla telecamera di una banca nel corso di una rapina, fu possibile identificare Fabio Savi.

Le indagini, condotte inizialmente da un pool coordinato da Daniele Paci – oggi titolare del fascicolo sull’omicidio di Pierina Paganelli – e poi svolte dai poliziotti Luciano BaglioniPietro Costanza, consentirono di appurare che i componenti del gruppo criminale fossero per la maggior parte poliziotti. Si arrivò, dunque, agli arresti.

Roberto Savi fu condannato all’ergastolo insieme ai fratelli Fabio e Alberto, oltre a Marino OcchipintiPietro Gugliotta fu condannato a 28 anni di reclusione poi ridotti a 18. La pena minore fu inflitta a Luca Vallicelli, che patteggiò per una pena di 3 anni e otto mesi.

eva-mikula-belve-crime-francesca-fagnani-uno-bianca-2 Fonte foto: IPA
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