Fabri Fibra definisce Silvio Berlusconi "il più grosso influencer italiano, era attendibile per i soldi"

Fabri Fibra ha definito Silvio Berlusconi "il più grosso influencer", in un'intervista in cui ha parlato anche del risarcimento a Valerio Scanu

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Silvio Berlusconi “il più grosso influencer italiano”. Lo sostiene il rapper Fabri Fibra in occasione del lancio del primo singolo estratto dal suo nuovo album “Mentre Los Angeles brucia”, in un’intervista in cui affronta diversi temi, dalla condanna per diffamazione in un suo brano contro il vincitore di Sanremo 2010 Valerio Scanu alla presenza del rap al Festival.

Il duetto con il figlio di Gianni Morandi

Nell’intervista al Corriere della Sera, Fabri Fibra commenta il senso del suo ultimo singolo “Che gusto c’è”, in duetto con il figlio di Gianni Morandi, il rapper Tredici Pietro: “È bravo e ha una forte passione per l’hip hop che lo salva tantissimo da tutto il panorama musicale italiano. Fa rap in modo elegante e anche intelligente, non come questi che oggi fanno la trap”.

“La trap viene da un contesto di medicinali e abusi di farmaci, sei credibile nel farla se sei un po’ ‘sotto l’influenza’. Invece lui viene fuori da quella generazione con stile” ha spiegato parlando della collaborazione nel pezzo, in cui affronta “l’invidia sociale”, scatenata dal fenomeno con “cui persone normali e non artisti preparati vengono vendute come forme di intrattenimento”.

fabri-fibraFonte foto: IPA

Il rapper Fabri Fibra, al secolo Fabrizio Tarducci

Silvio Berlusconi “il più grosso influencer”

In questo senso Fibra cita Silvio Berlusconi in un passaggio del suo nuovo brano, scrivendo che “da quando è morto Berlusconi ci sentiamo tutti quanti migliori”.

“Era il più grosso influencer italiano – ha detto il rapper – ti sbatteva in faccia il suo successo e quindi ti sentivi costantemente fuori dalla festa. Ha fatto per primo quel che poi è diventato la norma: aveva i soldi, la squadra di calcio, le tv, senza per forza essere identificato come una figura che fa una certa cosa ed è attendibile per quella. Lui era attendibile perché aveva i soldi. Molti oggi sono artisti non perché sono bravi, ma perché hanno già un pubblico e i numeri”.

Il risarcimento a Valerio Scanu

Nel corso dell’intervista Fabri Fibra è tornato anche sul risarcimento da 70mila euro a Valerio Scanu in seguito alla condanna per diffamazione contro il cantante, per un verso del suo brano del 2013 “A me di te”.

“La sentenza è quello che è, non ci sono tanti modi per prenderla: l’ho presa – ha commentato – Ma non penso sia una minaccia alla libertà di parola, come ho letto in giro, anzi secondo me è tutto il contrario. Io sono stato liberissimo di dire quel che volevo dire. Non è vero che non puoi dire le cose, ma logicamente ci sono quelle che ti faranno pagare un prezzo e porteranno a delle conseguenze. Se sei un artista, la mia domanda è: tu dici le cose perché le puoi dire o non le dici perché hai paura di pagare le conseguenze?”.

Il rap a Sanremo trattato come Trump con Zelensky

Infine, Fabri Fibra si è espresso sulla presenza del rap sul palco di Sanremo, che, secondo quanto canta nel suo recente brano “Red Bull 64 Bars” tratta i rapper come Trump con Zelensky.

“Sanremo vuole i rapper ma non vuole il rap, vuole la loro fanbase – ha detto l’artista 48enne – ma non vuole il motivo per cui i rapper sono seguiti da quel pubblico, dice ‘portaci il tuo pubblico, ma vestiti bene, copriti i tatuaggi, possibilmente non rappare, canta’. Succede a tutti i rapper che vanno a Sanremo, ognuno in qualche modo deve pagare un prezzo per adattarsi al contesto”.

fabri-fibra-silvio-berlusconi Fonte foto: ANSA/IPA