Il ministro Alessandro Giuli attacca Elio Germano e Tomaso Montanari, le frasi al vetriolo contro la sinistra
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha preso di petto l'attore Elio Germano e Tomaso Montanari. I botta e risposta
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha attaccato la sinistra dal palco del teatro Nicolini di Firenze, in occasione dell’evento “Spazio cultura”. “Avevano gli intellettuali e se li sono persi, si sono affidati agli influencer… gli sono rimasti solo i comici”, ha punto il ministro. Poi un attacco diretto all’attore Elio Germano e a Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena e presenza fissa in tv.
Giuli contro Germano
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, per una volta, ha abbandonato il linguaggio immaginifico che lo ha spesso caratterizzato nelle sue esternazioni per usare parole pesanti come pietre.
Di fronte a numerosi esponenti dell’esecutivo e di Fratelli d’Italia, Giuli se l’è presa contro le sinistre.
Fonte foto: ANSA
Elio Germano
“C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni culturali, come il Quirinale, per cianciare in solitudine, come Elio Germano qualche giorno fa, con certe battutine che sono una spia interessante del loro approccio”, ha sottolineato Giuli.
E ancora: “È esistita una cultura di sinistra oggettivamente potente, coerente ed organica, quella gramsciana, bisogna dargliene atto, ma c’è stata anche progressivamente una erosione dal momento in cui si è generato il divorzio tra consenso e potere”.
Poi il colpo d’ascia finale: “Avevano gli intellettuali e se li sono persi, si sono affidati agli influencer e poi hanno scoperto che anche loro erano quattrinari, alla fine gli sono rimasti solo i comici ormai”.
Il riferimento ai comici è una frecciatina a Geppi Cucciari, che pochi giorni prima ebbe a dire “lei è l’unico ministro i cui interventi possono essere addirittura ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath e a volte migliorano”.
Germano contro Giuli
Le parole del ministro della Cultura non sono altro che la replica a quanto detto dall’attore Elio Germano qualche giorno prima.
“Il cinema è davvero in crisi e noi crediamo per grossa responsabilità del ministero della Cultura. Sentirci dire che le cose vanno bene, in questo modo tra l’altro bizzarro, è dal mio punto di vista fastidioso”, aveva affermato Germano due giorni prima dal palco dei David di Donatello 2025, dove ha ritirato il premio come miglior attore. Le sue parole erano state applaudite da alcuni esponenti delle opposizioni.
Giuli contro Montanari
Ma torniamo al palco dello “Spazio cultura”, dal quale il ministro Giuli ha attaccato anche Tomaso Montanari, storico dell’arte, rettore dell’Università per stranieri di Siena e fra gli ospiti più ricorrenti di La7.
Montanari non è stato riconfermato alla guida della fondazione Ginori. Questo il commento del ministro: “La fondazione Ginori è troppo importante per non essere amministrata bene da una persona specchiata, bisogna lavorare invece di stare sempre in tv“.
E ancora: “Depoliticizzare la governance della fondazione anche in presenza di un preaccordo con un odiatore militante come Montanari è un vero e proprio dovere civile. Il mondo dei media è vasto, si troverà un posto a Montanari…”, e via dicendo.
Montanari contro Giuli
Montanari ha poi replicato all’intemerata ministeriale chiarendo le origini della sua passata nomina alla guida della fondazione (“firmata da Dario Franceschini che ho poi criticato molto più di quanto abbia criticato Giuli”).
Poi Montanari ha reso pan per focaccia al ministro: “Non sono alla ricerca di alcun posto: ho già un lavoro (frutto di un concorso pubblico), e l’incarico da Ginori è totalmente gratuito. È semmai proprio Giuli che, prima al Maxxi e ora al Mic, ha ottenuto lauti stipendi grazie alla sua amicizia personale con le sorelle Meloni, e senza alcuna qualifica (nemmeno una laurea)”.
