Israele accusa Francesca Albanese di essere una strega, Danny Danon sbotta all'Onu dopo il rapporto su Gaza

Francesca Albanese presenta all’ONU il rapporto sul genocidio a Gaza. Israele la insulta e l’Italia la critica, ma la relatrice risponde dura

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Francesca Albanese ha presentato il suo rapporto “Genocidio a Gaza: un crimine collettivo” nell’aula dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di New York. Il rappresentante permanente di Israele, Danny Danon, del partito Likud, ha risposto alla giurista insultandola con il termine “strega”. Ha aggiunto che “ogni pagina del rapporto è un incantesimo che non funziona, perché è una strega fallita”. Anche il rappresentante italiano, Maurizio Massari, ha screditato il lavoro di Albanese.

Francesca Albanese “è una strega”

La giurista Francesca Albanese ha presentato il rapporto “Genocidio a Gaza: un crimine collettivo” all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di New York. Si tratta di un documento duro, che arriva ad accusare di complicità nel genocidio della popolazione palestinese diversi Stati. Albanese parla di “un sistema globale di complicità, perché troppi Stati hanno armato e finanziato l’apartheid militare messa in campo da Israele, rendendo possibile che la sua condotta coloniale diventasse genocidio”.

Il rapporto non è piaciuto a molti, che hanno tentato di screditare la relatrice in diversi modi. Uno di questi è stato definirla una “strega”. È stato il rappresentante permanente di Israele, Danny Danon, ad apostrofare la relatrice in questi termini.

Danny DanonIPA
 In foto Danny Danon

Ha dichiarato che il rapporto della signora Albanese “non riguarda i diritti umani né la pace. Da anni diffonde retorica antisemita e calunnie sanguinose. Difende i terroristi e mostra disprezzo per Israele, gli Stati Uniti e l’Occidente”. Poi ha aggiunto: “Signora Albanese, lei è una strega. Questo rapporto è un’altra pagina del suo libro degli incantesimi. Ogni accusa è un incantesimo che non funziona, perché lei è una strega fallita”.

Come ha risposto la relatrice Onu

Albanese è stata attaccata anche da altri rappresentanti, come quello dell’Ungheria, che l’ha accusata di un pregiudizio cieco e anti-israeliano, e dal rappresentante permanente dell’Italia. Francesca Albanese ha però replicato con tono fermo e deciso.

La prima risposta è stata proprio dedicata al rappresentante israeliano e al suo insulto decisamente fuori luogo, che la stessa relatrice ha definito un atteggiamento grottesco. Ha dichiarato: “È grottesco e francamente delirante che uno Stato genocida non possa rispondere alla sostanza delle mie scoperte, e la cosa migliore a cui ricorre è accusarmi di stregoneria”.

Dopodiché, ha spiazzato tutti i presenti: “Quelli accusati di genocidio siete voi. Se allora la cosa peggiore di cui mi può accusare è la stregoneria, la accetto. Ma stia certo che se avessi il potere di fare incantesimi, non lo userei per vendetta: lo userei per fermare i vostri crimini una volta per tutte e per assicurarmi che i responsabili finiscano dietro le sbarre”.

Chi è Danny Danon

Danny Danon è un politico e diplomatico israeliano che attualmente svolge il ruolo di ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite. In precedenza ha servito nella Knesset, ovvero l’organo legislativo monocamerale di Israele, come membro del partito Likud.

Non è una persona qualsiasi: proprio sotto il suo mandato alle Nazioni Unite ha sostenuto il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele ed è arrivato a definire i sostenitori della precedente risoluzione “burattini tirati dai fili dei burattinai palestinesi”. Gerusalemme sarebbe dovuta restare uno spazio neutro, da qui le critiche.

Come è orientato il partito Likud

Il Likud è un partito di estrema destra vicino al fascismo. A dirlo non è Francesca Albanese, ma lo scrittore e sopravvissuto Primo Levi. Il Likud discende direttamente da una fazione estrema del sionismo degli anni ’20. Si trattava di un gruppo di giovani ebrei che faceva il saluto fascista e sognava un “duce ebraico”, come racconta Amir Goldstein in un articolo su Haaretz che ne ricostruisce la storia. Non a caso, un esponente principale di questo gruppo era un amico stretto di Mussolini, Ze’ev Jabotinsky.

A raccontarlo fu proprio Primo Levi:

Per Menachem Begin (n.d.r. erede di Ze’ev Jabotinsky e fondatore del Likud) “fascista” è una definizione che accetto. Credo che lo stesso Begin non la rifiuterebbe. È stato allievo di Jabotinsky: costui era l’ala destra del sionismo, si proclamava fascista, era uno degli interlocutori di Mussolini.

Ricordiamo che Begin è stato il primo ministro di Israele. Levi utilizzò parole più misurate rispetto a Hannah Arendt e Albert Einstein, che insieme a decine di intellettuali ebrei emigrati negli Stati Uniti, nel 1948, in una lettera aperta sul New York Times paragonarono Begin a Hitler e definirono il suo partito “un’organizzazione nei metodi e nella filosofia politica strettamente affine al nazismo e al fascismo”.

L’attuale classe politica e dirigente israeliana, i likudnik, è stata definita da diversi intellettuali come operatori di una politica coloniale che, attraverso diversi dei suoi esponenti, legittima un piano politico e razziale. Alcuni di loro hanno parlato apertamente di “pulizia etnica” e, già prima del 7 ottobre, sostenevano la necessità di deportare i palestinesi della Cisgiordania e di attuare su Gaza un’operazione di sradicamento totale.

La posizione dell’Italia

Il rappresentante italiano, Maurizio Massari, non è stato diretto come Danon, ma ha usato parole piuttosto dure contro il rapporto presentato dalla relatrice speciale Albanese. Lo ha definito “privo di credibilità e imparzialità” e ha aggiunto che, come Italia, “non siamo sorpresi”. Secondo Massari, il contenuto del rapporto supera il mandato della relatrice, che non include indagini su presunte violazioni commesse da altri Stati o entità, né giudizi sulla cooperazione tra Paesi terzi e la Corte Penale Internazionale.

Ha inoltre aggiunto che Albanese “non ha osservato il codice di condotta per i relatori speciali, che include integrità, imparzialità e buona fede”. Francesca Albanese ha risposto anche a lui, dopo aver ribadito che non è vero che non abbia condannato Hamas, come l’accusava l’Ungheria. Ha poi speso parole per l’Italia: “Mi sorprende che l’Italia, mio Paese d’origine, si unisca a questo coro privo di fondamento. Avreste dovuto citare esempi concreti: invece avete recitato i punti di discussione dell’ambasciatore israeliano”.

La relatrice si è quindi rivolta a tutti i delegati e ha ammonito: “Dobbiamo essere onesti su ciò che stiamo affrontando. Ciò che Israele ha costruito non è affatto eccezionale: è l’ordine coloniale continuato e raffinato. Si tratta di dominio razziale e di espropriazione”.

Ha parlato dei lavoratori che scioperano, delle persone che boicottano e di tutti coloro che cercano di non far passare il genocidio palestinese nel silenzio. Si è poi rivolta ai palestinesi: “La vostra lotta è vista. La vostra resilienza è onorata, e il mondo si sta risvegliando con voi e sarà al vostro fianco, come ha fatto con il Sudafrica, fino alla vostra liberazione”. La sala del comitato è stata invasa da un lungo applauso.

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