L’ex vicesindaco di Ferrara condannato per la ruspa sul campo Rom, 7 mesi di carcere per Nicola Lodi
Nicola Lodi usò la ruspa per sgomberare un campo rom quando era vicesindaco di Ferrara, condannato a 7 mesi di reclusione
È stato condannato a 7 mesi di reclusione per deposito non autorizzato di rifiuti pericolosi e no e per l’usurpazione di pubbliche funzioni Nicola Lodi, detto Naomo. L’ex vicesindaco di Ferrara, oggi privo di incarichi istituzionali, capeggiò alla guida di una ruspa lo sgombero di un campo rom. A sei anni dall’accaduto, afferma che rifarebbe tutto.
La ruspa sul campo rom
Sei anni fa, nel 2019, la giunta comunale di Ferrara procedette allo sgombero del campo nomadi di via delle Bonifiche.
A sgombero ormai ultimato, si insediò come vicesindaco Nicola Lodi, noto con il soprannome di Naomo.
Il 2 ottobre di quell’anno, giorno stabilito per la demolizione delle casette ormai vuote, Lodi prese parte alle operazioni.
L’allora vicesindaco si mise a bordo di una ruspa per guidare lo sgombero, la stampa ribattezzò l’evento come il ruspa show.
Documentata sui social, l’azione doveva servire a Lodi per farsi conoscere dai cittadini e aumentare i propri consensi.
Sei anni dopo, quella scelta gli si è ritorta contro, trasformandosi in una condanna giudiziaria.
Condannato l’ex vicesindaco di Ferrara
Il pubblico ministero Ciro Alberto Savino aveva chiesto un anno di reclusione per Nicola Lodi e cinque mesi di arresto per Marco Sortini, titolare dell’impresa che mise a disposizione la ruspa.
La giudice Anna Maria Totaro alla fine del processo di primo grado ha assolto Sortini perché il fatto non sussiste.
A Nicola Lodi è stata inferta una condanna pari a 7 mesi di reclusione, per reati di usurpazione di pubbliche funzioni e gestioni di rifiuti non autorizzata.
Secondo l’impianto accusatorio, Lodi in quel 2 ottobre 2019 esercitò funzioni che non gli competevano.
A lui si deve inoltre la colpa di lasciare depositati i rifiuti generati dall’intervento di sgombero.
Nicola Lodi: “Rifarei tutto”
Nicola Lodi ha accolto la sentenza come “un attacco politico, mascherato da questione ambientale e burocratica”.
L’ex vicesindaco ribatte di aver agito “per proteggere i cittadini” e che “quello che i più chiamano ‘ruspa show’ lo rifarei domattina”.
Sulla condanna commenta: “Sono colpevole di aver messo la faccia dove tanti altri si nascondevano”.
E dichiarando l’intenzione di fare appello, conclude: “La sentenza la rispetto, ma non la condivido”.
