Le immagini della maxi operazione "Medusa" contro il traffico di migranti: 25 arresti e sequestro milionario

Operazione Medusa: 25 arresti e 3 milioni sequestrati per traffico di migranti. Smantellata rete internazionale tra Italia e altri 5 Paesi.

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Fermate 25 persone di nazionalità turca, irachena, georgiana, russa, moldava e ucraina nell’ambito di una vasta operazione di polizia internazionale contro il traffico di migranti e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione, denominata “Medusa”, è stata condotta tra il 2017 e il 2022 in Italia, Georgia, Ucraina, Turchia, Moldavia e Grecia, e ha portato anche al sequestro di circa tre milioni e trecentomila euro. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e hanno permesso di ricostruire un articolato network criminale internazionale dedito all’organizzazione di sbarchi clandestini sulle coste italiane.

Le indagini e la fonte della notizia

Come indicato dal portale ufficiale della Polizia di Stato, l’operazione “Medusa” ha rappresentato uno dei più importanti interventi degli ultimi anni contro le organizzazioni criminali transnazionali specializzate nel traffico di migranti. L’azione congiunta degli agenti del Servizio Centrale Operativo (Sco) e della Squadra Mobile di Reggio Calabria ha permesso di arrestare 25 persone e di indagare altre 43 persone in stato di libertà per gli stessi reati. L’operazione si è svolta in contemporanea in Italia, Georgia, Ucraina, Turchia, Moldavia e Grecia, coinvolgendo forze dell’ordine e autorità giudiziarie di diversi Paesi.

Un’organizzazione criminale internazionale

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno consentito di smantellare un network criminale composto da quattro distinte organizzazioni, ciascuna con ruoli e compiti ben definiti. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la cosiddetta “frangia ucraina” e la “frangia moldava” si occupavano principalmente del reclutamento degli scafisti, mentre la “frangia georgiana” gestiva gli intermediari finanziari e gli istruttori alla navigazione. In particolare, la Georgia è risultata essere il luogo di addestramento degli scafisti e la sede del gruppo operativo, oltre che il terminale dei finanziamenti e dei pagamenti legati alle attività illecite.

Il ruolo della frangia turca e la gestione delle partenze

La “frangia turca”, invece, era attiva tra la città di Istanbul e i vari punti di imbarco sulle coste turche. Questo gruppo aveva il compito di organizzare le partenze dei migranti, gestire i rapporti con le persone da trasportare e mantenere i contatti con i loro familiari. Gli investigatori hanno accertato che le partenze avvenivano principalmente dalla Turchia, con barche a vela di 12/15 metri di lunghezza, sulle quali venivano stipati all’inverosimile i migranti, al fine di massimizzare i profitti dell’organizzazione.

Più di 30 sbarchi e 2000 migranti coinvolti

Nel corso delle indagini, gli agenti hanno ricostruito oltre 30 sbarchi avvenuti tra il 2017 e il 2022, per un totale di circa duemila migranti trasportati illegalmente sulle coste italiane. I migranti, provenienti da diversi Paesi, pagavano somme comprese tra 4mila e 12mila dollari per il viaggio clandestino, affrontando condizioni estremamente precarie e rischiose. Le barche a vela utilizzate per il trasporto erano spesso sovraffollate, mettendo a repentaglio la vita dei passeggeri pur di aumentare i guadagni illeciti dell’organizzazione.

Il sequestro di tre milioni e trecentomila euro

Un aspetto centrale dell’operazione “Medusa” è stato il sequestro di circa tre milioni e trecentomila euro, ritenuti provento delle attività criminali. Gli investigatori, attraverso un approfondito monitoraggio dei flussi finanziari sui circuiti internazionali di pagamento, hanno accertato il reato di ricettazione nei confronti di alcuni indagati. In particolare, sono stati individuati trasferimenti di ingenti somme di denaro da parte dei finanziatori dell’organizzazione verso parenti e familiari degli scafisti, a titolo di compenso per le attività svolte.

La collaborazione internazionale

L’operazione “Medusa” ha visto la collaborazione di Eurojust, Europol e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che hanno fornito un contributo fondamentale per l’identificazione degli indagati all’estero. Grazie a questa sinergia tra le forze di polizia e le autorità giudiziarie di diversi Paesi, è stato possibile ricostruire l’intera filiera del traffico di migranti e assicurare alla giustizia i principali responsabili.

Le accuse e le aggravanti contestate

Le 25 persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità, e ricettazione. Le stesse accuse sono state mosse anche alle 43 persone indagate in stato di libertà. L’aggravante della transnazionalità sottolinea la portata internazionale dell’organizzazione, che operava su più fronti e in diversi Paesi, sfruttando la complicità di soggetti di varie nazionalità e la complessità dei flussi finanziari internazionali.

Il ruolo della Direzione Distrettuale Antimafia

La Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha svolto un ruolo chiave nel coordinamento delle indagini, garantendo la collaborazione tra le diverse forze di polizia coinvolte e assicurando la raccolta e l’analisi delle prove necessarie per smantellare l’organizzazione criminale. Il lavoro degli inquirenti ha permesso di ricostruire nei dettagli la struttura e il funzionamento del network, individuando i responsabili e documentando le modalità operative utilizzate per il traffico di migranti.

Le modalità operative delle organizzazioni criminali

Secondo quanto emerso dalle indagini, le quattro organizzazioni agivano in stretta sinergia, con una precisa suddivisione dei compiti. La “frangia ucraina” e la “frangia moldava” si occupavano del reclutamento degli scafisti, mentre la “frangia georgiana” gestiva gli aspetti finanziari e logistici, compreso l’addestramento degli scafisti. La “frangia turca”, invece, era responsabile dell’organizzazione delle partenze e dei rapporti con i migranti e i loro familiari. Questa struttura ramificata e ben organizzata ha permesso all’organizzazione di operare per anni, garantendo il passaggio di migliaia di migranti clandestini verso l’Europa.

Le rotte e i metodi di trasporto

Le rotte utilizzate dall’organizzazione partivano principalmente dai porti della Turchia, attraversando il Mediterraneo orientale fino alle coste italiane. I migranti venivano trasportati a bordo di barche a vela di 12/15 metri, spesso in condizioni di sovraffollamento e senza le necessarie misure di sicurezza. Il viaggio, oltre a essere estremamente costoso per i migranti, comportava rischi elevatissimi per la loro incolumità, a causa delle condizioni precarie delle imbarcazioni e della mancanza di assistenza durante la traversata.

I flussi finanziari e il reato di ricettazione

L’analisi dei flussi finanziari ha permesso di accertare il reato di ricettazione nei confronti di alcuni membri dell’organizzazione. Gli investigatori hanno individuato trasferimenti di grosse somme di denaro, provenienti dal traffico di migranti, verso parenti e familiari degli scafisti, a titolo di compenso per le attività svolte. Questi trasferimenti avvenivano attraverso circuiti internazionali di pagamento, rendendo particolarmente complessa l’attività di tracciamento e sequestro dei fondi illeciti.

Il contributo delle agenzie europee

Eurojust ed Europol hanno fornito un supporto fondamentale alle indagini, facilitando la cooperazione tra le autorità di diversi Paesi e contribuendo all’identificazione degli indagati all’estero. Il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia ha inoltre garantito il coordinamento operativo tra le forze dell’ordine coinvolte, permettendo di portare a termine con successo l’operazione “Medusa”.

Le prospettive future e l’impatto dell’operazione

L’operazione “Medusa” rappresenta un importante successo nella lotta contro il traffico di migranti e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a livello internazionale. La collaborazione tra le forze di polizia e le autorità giudiziarie di diversi Paesi ha dimostrato l’efficacia delle strategie di contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali. Le indagini proseguiranno per individuare eventuali ulteriori responsabili e per approfondire i collegamenti tra le diverse organizzazioni coinvolte.

Conclusioni

L’operazione “Medusa”, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha permesso di smantellare una delle più vaste reti criminali dedite al traffico di migranti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina degli ultimi anni. Gli arresti, i sequestri e le indagini finanziarie rappresentano un duro colpo per le organizzazioni criminali che operano lungo la rotta del Mediterraneo orientale, a tutela della sicurezza e della legalità sul territorio nazionale e internazionale.

migranti-arresti-reggio-calabria ANSA/POLIZIA

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.