Mafia a Salerno, il video del blitz contro il clan Zullo: così venivano imposte estorsioni dal carcere

Quattro arresti a Salerno: il clan Zullo accusato di usura ed estorsione mafiosa, imponeva tangenti anche dal carcere tramite telefoni cellulari.

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È di quattro arresti il bilancio di un’operazione condotta dalla Polizia di Stato contro il clan Zullo, accusato di usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita nella mattinata di oggi a Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di aver imposto prestiti a tassi usurari e richieste estorsive, sfruttando la forza intimidatoria dell’organizzazione criminale. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, sono state condotte attraverso intercettazioni, perquisizioni e sequestri.

Operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia

Secondo quanto si legge sul sito della Polizia di Stato, l’operazione ha avuto origine da un’ordinanza emessa dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Salerno. L’intervento è stato richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha coordinato le attività investigative nei confronti di quattro soggetti collegati al clan “Zullo”. Gli indagati sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, in attesa del giudizio definitivo, nel rispetto della presunzione di innocenza.

Le accuse: usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso

Gli arrestati sono accusati di usura ed estorsione, reati aggravati dall’utilizzo di modalità mafiose. Secondo gli inquirenti, i soggetti avrebbero agito in concorso tra loro, esercitando la forza di intimidazione derivante dall’appartenenza al clan “Zullo”. Tale organizzazione criminale, già nota alle forze dell’ordine e la cui operatività nel Comune di Cava dè Tirreni è stata accertata da precedenti sentenze, avrebbe imposto la propria influenza su commercianti e attività locali.

Il ruolo del clan Zullo e le modalità operative

Le indagini hanno permesso di ricostruire il ruolo di uno degli elementi di spicco del clan Zullo, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Nonostante fosse detenuto, l’uomo avrebbe continuato a dirigere le attività criminali, sfruttando la forza intimidatoria dell’organizzazione. In particolare, avrebbe orchestrato condotte estorsive ai danni di un commerciante di Cava dè Tirreni, pretendendo la restituzione di un prestito concesso anni prima a tassi usurari.

Intercettazioni, perquisizioni e sequestri: la ricostruzione delle indagini

Come indicato dal portale ufficiale della Polizia di Stato, l’attività investigativa si è basata su una serie di strumenti tecnici e operativi. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni domiciliari e sequestri di materiale probatorio, gli investigatori hanno raccolto elementi indiziari che hanno portato all’emissione delle misure cautelari. Gli sviluppi investigativi hanno inoltre documentato l’imposizione di una tangente ai gestori di un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nella frazione Santa Lucia di Cava de’ Tirreni.

La gestione delle attività criminali dal carcere

Dagli elementi raccolti è emerso che il pregiudicato detenuto avrebbe utilizzato telefoni cellulari introdotti illegalmente nell’istituto penitenziario per mantenere i contatti con i complici all’esterno. Questi ultimi avevano il compito di trasmettere i messaggi minatori alle vittime e di riscuotere il denaro, che veniva poi trasferito al capo del clan. Tale modus operandi ha permesso all’organizzazione di continuare a esercitare il controllo sul territorio, nonostante la detenzione del leader.

Il contesto criminale a Cava dè Tirreni

La presenza del clan “Zullo” nel territorio di Cava dè Tirreni è stata confermata da precedenti sentenze e da numerose attività investigative. L’organizzazione avrebbe imposto la propria legge su commercianti e attività economiche, ricorrendo a usura, estorsione e richieste di tangenti. In particolare, la frazione Santa Lucia sarebbe stata teatro di episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, con il coinvolgimento diretto del clan nella gestione delle attività illecite.

Le misure cautelari e la possibilità di impugnazione

Il provvedimento di custodia cautelare emesso nei confronti dei quattro soggetti è suscettibile di impugnazione. Gli indagati, per i quali vige la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo, dovranno ora affrontare il processo che farà luce sulle responsabilità individuali e sull’effettivo coinvolgimento nelle attività criminali contestate.

Conclusioni e riflessioni sul fenomeno mafioso

L’operazione condotta oggi rappresenta un duro colpo all’organizzazione criminale che da anni esercitava la propria influenza su Salerno e sul territorio circostante. Le accuse di usura, estorsione e spaccio confermano la pericolosità del clan “Zullo” e la necessità di mantenere alta l’attenzione delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata. L’utilizzo di telefoni cellulari in carcere e la complicità di soggetti esterni dimostrano la capacità delle organizzazioni mafiose di adattarsi e continuare a operare anche in condizioni di detenzione. Le indagini proseguiranno per accertare eventuali ulteriori responsabilità e per garantire la sicurezza dei cittadini.

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Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.