Pamela Genini in ospedale aveva detto di essere stata picchiata: perché non è stato attivato il codice rosso
Pamela Genini aveva già denunciato episodi di violenza prima dell’omicidio: nel 2024 era finita in ospedale, ma il codice rosso non fu attivato. Ecco perché
L’omicidio di Pamela Genini era stato preceduto da episodi di violenza che avevano già mostrato la pericolosità di Gianluca Soncin. Nel 2024 la giovane si era recata in ospedale dopo un’aggressione, durante la quale l’uomo le aveva rotto un dito. La prognosi di 20 giorni, però, non bastò a far scattare il codice rosso: in questi casi, è necessaria una querela per attivarlo.
Pamela Genini, il racconto in ospedale nel 2024
Pamela Genini non era rimasta totalmente in silenzio di fronte alle violenze fisiche di Gianluca Soncin, l’ex compagno che la sera del 14 ottobre è arrivato ad ucciderla per averlo lasciato.
Secondo quanto riportato da Il Corriere, la 29enne si era recata in Pronto Soccorso poco più di un anno fa, dopo essere stata picchiata da Soncin. Era il 4 settembre 2024 e il Pronto Soccorso, dove si era recata con un’amica dopo essere scappata, le aveva diagnosticato una frattura a un dito della mano destra.
ANSA
L’abitazione dove si è consumata la tragedia
I medici dell’ospedale effettuarono una segnalazione ai Carabinieri di Seriate, che trasferirono le informazioni a Cervia per competenza, dato che la violenza era avvenuta nell’appartamento di Soncin in Romagna. Dopo l’aggressione, tra l’altro, i Carabinieri erano intervenuti, per quella che era stata segnalata come una semplice lite domestica.
L’annotazione dell’intervento venne trasferita dai Carabinieri di Cervia a quelli di Seriate, cui venne richiesto di raccogliere la denuncia Pamela Genini. La 29enne, però, decise di non denunciare.
Cos’è il codice rosso
Viene spontaneo chiedersi perché, per proteggere Pamela Genini, non sia stato attivato il codice rosso, previsto dalla L. n. 69/2019.
La Legge nacque per evitare che episodi di violenza si possano trasformare in crimini e serve, di fatto, a proteggere in maniera rapida le vittime di violenza domestica e di genere.
La normativa prevede che la Polizia informi subito il Pubblico Ministero, che deve ascoltare la vittima entro tre giorni, e identifica i cosiddetti reati spia: stalking, maltrattamenti e violenze sessuali.
Perché non è stato attivato
Purtroppo, in questo specifico caso, il codice rosso non è stato attivato. Dopo la visita in Pronto Soccorso nel 2024, poiché la prognosi era di 20 giorni e lei non aveva sporto querela, non fu possibile attivare alcuna misura di protezione.
Inoltre, nei database delle Forze dell’Ordine non comparivano segnalazioni o allarmi, che in questi casi vanno inseriti nel software Scudo, nato per evidenziare pregresse violenze o liti.
Neanche all’interno della banca dati Sdi si trovavano indicazioni: la Tenenza di Seriate aveva inserito informazioni su una presunta violenza di genere in cui era stato indicato solamente il nome di Pamela Genini. Di quello di Soncin, tuttavia, non c’era traccia.
Purtroppo, anche nel successivo intervento delle Forze dell’Ordine, avvenuto nel maggio 2025, la vittima negò le violenze.
