Raffaele Sollecito e la lettera inviata ad Alberto Stasi, "stessa ingiustizia che ho vissuto io"
In una intervista, Raffaele Sollecito ha parlato di Alberto Stasi, verso il quale sente una vicinanza legata dai casi giudiziari: “Stessa ingiustizia”
Raffaele Sollecito, assolto in via definitiva nel processo sull’omicidio di Meredith Kercher, ha parlato di Alberto Stasi e della situazione che sta vivendo, facendo un parallelo tra i due casi giuridici e lanciando un attacco agli inquirenti, ai quali “non interessa la verità”. Ha anche rivelato il contenuto della lettera scritta proprio a Stasi.
L’intervista a Raffaele Sollecito
Nella serata di ieri – giovedì 29 maggio 2025 – nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio, andata in onda su Rete 4 e condotta da Paolo Del Debbio, è stata trasmessa una intervista a Raffaele Sollecito.
Raffaele Sollecito era stato condannato in primo grado a 25 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato (anche da violenza sessuale), violazione della legge sulle armi, furto e simulazione di reato, nell’ambito del processo per la morte di Meredith Kercher, studentessa inglese uccisa a Perugia il 1° novembre 2007.
Sollecito ha scontato quattro anni di carcerazione preventiva in un carcere di massima sicurezza (con i primi sei mesi in isolamento) prima di veni assolto definitivamente per assenza di prove. E ora, sente il suo caso vicino a quello di Alberto Stasi.
Le parole di Sollecito su Alberto Stasi
“C’è un ragazzo innocente in carcere. Perché le prove di colpevolezza, per me, non ci sono mai state. Non sono mai esistite. Perciò questa situazione non mi sorprende per niente”. Con queste parole inizia l’intervista di Raffaele Sollecito a Dritto e Rovescio.
“Ho rivisto, in questa vicenda, la profonda ingiustizia che ho vissuto io nel dover avere a che fare con inquirenti che non hanno davvero a cuore la vittima, né gli imputati, né le famiglie – ha aggiunto Sollecito – Non hanno a cuore nessuno, se non la propria divisa e il proprio nome”.
“Non gli interessa la verità. Gli interessa soltanto avere il colpevole – ha accusato Sollecito – Si gioca con la vita delle persone, ma questo è uno scempio. E, come a lui, ce ne sono tanti altri. Mi dispiace molto per quello che ha vissuto, e che non si merita. Non si merita quello che ha vissuto e che sta vivendo”.
La lettera a Stasi
Raffaele Sollecito ha poi raccontato di aver scritto una lettera ad Alberto Stasi “un po’ di anni fa, quando lui era in carcere”. Una lettera che l’uomo ha definito “di vicinanza, per il fatto che comunque credevo alla sua posizione di innocente”.
Sollecito, che non è mai stato risarcito per gli anni passati ingiustamente in carcere, è comunque convinto che, nonostante le sentenze, “l’etichetta del colpevole rimane, per la maggioranza delle persone che ignora il caso, […] e non verrà mai via”.
Stesso discorso anche nel caso in cui Stasi risultasse innocente: “Sicuramente rimarrà, per Stasi. E lui, secondo me — come ho fatto io, come tutti gli altri — dobbiamo essere capaci di conviverci, e di parlare anche noi, a nostra difesa, della verità”.
