Scomparsa Emanuela Orlandi, il fratello Pietro e il blogger indagato: "Racconta il falso, bannato più volte"

Pietro Orlandi attacca il blogger indagato dopo aver postato contenuti su Emanuela su Facebook: "Persona che ho bannato più volte"

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“Racconta cose false contro di me e la mia famiglia compresa Emanuela”, così Pietro Orlandi ha commentato le notizie sulle indagini per favoreggiamento a carico di un blogger di 50 anni, finito sotto l’attenzione della Procura della Repubblica direzione distrettuale antimafia dopo aver pubblicato due post in cui parlava di un fatto che riguardava la scomparsa di Emanuela Orlandi. I post sarebbero comparsi su un gruppo Facebook gestito dal giornalista Pino Nicotri.

Pietro Orlandi contro il blogger

Come riporta Il Fatto Quotidiano Pietro Orlandi, appresa la notizia delle indagini a carico di un noto blogger 50enne residente in Ciociaria, ha commentato sostenendo che l’indagato sarebbe “una persona che io ho bannato ogni volta che potevo per le deliranti e false cose che racconta”, affermazioni che l’uomo farebbe “contro di me e la mia famiglia, compresa Emanuela”.

Il 50enne sarebbe solito fare riferimenti al caso Orlandi “sul suo blog o sulla pagina di Pino Nicotri”. Ancora, Pietro Orlandi sottolinea che il blogger “si permette di scrivere che Emanuela non era quella ragazza acqua e sapone che si pensava fosse”.

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Emanuela Orlandi, il fratello Pietro commenta le indagini a carico del blogger 50enne: “Racconta false cose contro me e la mia famiglia, compresa Emanuela”

Il fratello di Emanuela Orlandi, inoltre, aggiunge che il blogger gli metterebbe in bocca cose che non avrebbe mai detto. Ad esempio, l’indagato sostiene che Pietro Orlandi avrebbe detto che la sorella sarebbe stata “portata in Inghilterra perché incinta“, un’affermazione che il fratello della ragazza scomparsa respinge “visto che quando è stata rapita aveva il ciclo“.

Orlandi, infine, rivela che il blogger non avrebbe mai preso i considerazione il coinvolgimento del Vaticano, bensì “scrive che la responsabilità di quanto accaduto è solo della famiglia“.

Il 50enne indagato per il caso Emanuela Orlandi

Lunedì 5 maggio Ciociaria Oggi ha reso nota la notizia delle indagini a carico di un blogger 50enne il quale, all’interno del gruppo Facebook Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi, avrebbe pubblicato due post in cui avrebbe riferito un fatto che avrebbe coinvolto Emanuela nel momento in cui lasciava la scuola di musica il 22 giugno 1983, prima di svanire nel nulla.

Il blogger risulta indagato per favoreggiamento dalla Procura di Roma, direzione distrettuale antimafia, per questo gli investigatori hanno sequestrato il suo portatile. Ora l’indagato ha fatto sapere, attraverso il suo avvocato Luigi Tozzi, la sua totale estraneità ai fatti che riguardano la scomparsa di Emanuela Orlandi e ha rivendicato la sua libertà di espressione.

Cosa avrebbe scritto su Facebook

Ma cosa avrebbe scritto il blogger su Facebook? La privacy del gruppo Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi è privata, e per poter leggere i contenuti degli iscritti è necessario chiedere l’accesso agli amministratori. Tuttavia altre testate, come Tg24.infoRepubblicaSecolo d’Italia, svelano che nei suoi post il 50enne ciociaro avrebbe riportato dei fatti riferiti da una fonte di cui ha indicato solamente le iniziali.

Secondo la fonte, pochi giorni prima della scomparsa Emanuela Orlandi sarebbe stata accompagnata ad una visita ginecologica da un tutor, una persona in quel tempo impiegata presso la Camera dei Deputati, in quanto la ragazzina sarebbe stata incintaRepubblica, dunque, sottolinea che secondo questa teoria qualcuno potrebbe aver contribuito alla scomparsa della ragazza proprio per quella gravidanza, che per la persona interessata sarebbe stata uno scandalo.

Teorie, ribadiamo, che Pietro Orlandi respinge ricordando che la sorella quel giorno avesse il ciclo mestruale e ribadendo che il blogger indagato sarebbe solito pubblicare contenuti che screditerebbero la famiglia Orlandi e la stessa Emanuela. Tuttavia, gli investigatori sono al lavoro per risalire alla fonte citata dal blogger ora indagato.

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