Spid a pagamento da luglio 2025, quanto costerà e chi dovrà pagare il servizio con la rivoluzione di InfoCert

InfoCert rende a pagamento lo Spid da luglio: 5,98€/anno: chi non accetta dovrà cambiare gestore. Il piano del governo per sostituirlo con la la CIE

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Dal 28 luglio lo Spid con InfoCert diventa a pagamento: chi non accetta il costo di quasi 6 euro l’anno dovrà cambiare provider. InfoCert non è il primo gestore a seguire questa linea, mentre crescono i malumori e gli interrogativi sul futuro dello Spid, sempre più in bilico rispetto alla Carta d’Identità Elettronica, che il governo vorrebbe potenziare.

Quanto costa lo Spid a pagamento di InfoCert

La novità per gli utenti di InfoCert è arrivata via mail: lo Spid diventerà a pagamento dal 28 luglio. La modifica interesserà tutti coloro che si sono affidati al provider per l’identità digitale: l’importo richiesto è contenuto, 5,98 euro all’anno IVA inclusa, ma il malcontento nasce più dal principio che dalla cifra.

Lo Spid è oggi uno strumento indispensabile per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione, e l’idea di dover pagare anche solo pochi euro potrebbe generare proteste, soprattutto se altri fornitori seguiranno lo stesso esempio, rendendo il pagamento una prassi diffusa.

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Il Ceo di InfoCert Danilo Cattaneo

Cosa succede ora per gli utenti InfoCert

Chi già utilizza InfoCert riceverà una notifica con la richiesta di accettare il rinnovo del servizio con pagamento incluso. In caso di accettazione, non cambierà nulla a parte l’aggiunta del costo.

Se invece non si fornisce il consenso, lo Spid verrà disattivato e sarà necessario rivolgersi a un altro gestore che offra ancora il servizio gratuitamente.

Come disdire il servizio Spid

Il cambio provider non comporta spese, ma richiede di revocare formalmente il servizio con InfoCert e completare la nuova procedura di riconoscimento con un altro gestore. Per la disdetta, è sufficiente inviare una PEC a revoca.spid@legalmail.it oppure una raccomandata A/R a: InfoCert S.p.A., Direzione Generale e Amministrativa, Piazzale Flaminio 1/B, 00196 Roma.

La mossa di InfoCert, come quella precedente di Aruba, potrebbe spingere altri operatori a introdurre costi simili, segnando una svolta verso uno Spid a pagamento per tutti.

Al momento però sono solo questi due i provider che hanno intrapreso tale strada, per cui le alternative non mancano. Non è escluso che altre aziende in futuro abbraccino la stessa linea. Attualmente, in Italia il leader del mercato è Poste Italiane, che ha in gestione più del 70% delle utenze attive.

Il futuro dello Spid

Lo Spid, acronimo che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale, è nato in Italia nel 2013 su iniziativa del deputato Stefano Quintarelli, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai servizi online della Pubblica Amministrazione.

Il sistema è stato formalizzato con il DPCM del 24 ottobre 2014, e i primi gestori di identità digitale sono stati accreditati nel 2015, mentre le prime attivazioni sono state possibili dal 15 marzo 2016.

Nel 2018 lo strumento ha ottenuto il riconoscimento europeo secondo il regolamento eIDAS, permettendo l’uso dell’identità digitale anche nei servizi pubblici degli altri Paesi dell’UE. 

Il sistema si basa su convenzioni fra Stato e gestori privati, in scadenza nel 2025. I provider chiedono sostegno economico: il governo ha stanziato 40 milioni di euro, ma con ritardi. Dietro ci sarebbe anche la preferenza per una linea diversa, ovvero il rafforzamento della Carta d’identità elettronica (CIE) come alternativa, mentre il futuro di Spid resta tutto da decifrare.

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