Suicidio di Francesca Brandoli in carcere, era all'ergastolo per l'omicidio del marito Cristian Cavaletti
Il suicidio in carcere di Francesca Brandoli: la donna, all'ergastolo per l'omicidio del marito Cristian Cavaletti si è tolta la vita a Bollate
Il suicidio ha posto fine alla vita di Francesca Brandoli, 52 anni, detenuta nel carcere di Bollate. La donna, condannata all’ergastolo per l’omicidio del marito Cristian Cavaletti, ha scelto di togliersi la vita, lasciando dietro di sé una storia segnata da drammi personali e giudiziari. Nel 2011 Brandoli aveva sposato in carcere Luca Zambelli, detenuto per l’omicidio della moglie.
- Suicidio in carcere: la tragica fine di Francesca Brandoli
- Il matrimonio in carcere e il divorzio
- L'omicidio di Reggiolo e la condanna all'ergastolo
- La vita in carcere e i problemi di salute
Suicidio in carcere: la tragica fine di Francesca Brandoli
La notizia del suicidio è stata confermata da Francesco Maisto, garante milanese dei diritti dei detenuti, che si è detto sconvolto dall’accaduto.
“L’ho incontrata 15 giorni fa – ha dichiarato – e nulla mi ha fatto pensare che fosse in una situazione tale da compiere un simile gesto”. La morte di Francesca Brandoli ha riacceso i riflettori su una vicenda che aveva scosso l’opinione pubblica.
IPA
Il carcere di Bollate visto dall’interno di una cella
Il matrimonio in carcere e il divorzio
La vita di Francesca Brandoli è stata segnata da eventi drammatici. Nel 2011, la donna aveva sposato in carcere Luca Zambelli, detenuto per l’omicidio della moglie.
Il matrimonio, celebrato nel carcere della Dozza, aveva suscitato scalpore e curiosità, ma era durato solo cinque anni, concludendosi con un divorzio consensuale. La loro storia d’amore, nata dietro le sbarre, era stata raccontata anche nella trasmissione “Storie maledette” di Franca Leosini.
L’omicidio di Reggiolo e la condanna all’ergastolo
Francesca Brandoli era stata condannata all’ergastolo per l’omicidio di Cristian Cavaletti, avvenuto nel 2006 a Reggiolo.
Insieme a lei, era stato condannato anche l’amante Davide Ravarelli. Il delitto, maturato in un contesto di separazione conflittuale, aveva sconvolto la comunità locale. La donna aveva sempre professato la sua innocenza, ma le prove raccolte dagli inquirenti avevano portato alla sua condanna.
La vita in carcere e i problemi di salute
Dopo un periodo trascorso nel carcere di Opera, dove aveva ricevuto cure per problemi di salute, Francesca Brandoli era stata trasferita a San Vittore. Qui, aveva ottenuto il permesso di lavorare all’esterno, durante l’Expo 2015.
Poi, con la chiusura dell’evento, era tornata a svolgere un lavoro interno al carcere. Il suo legale aveva espresso preoccupazione per le sue condizioni psicologiche, ipotizzando anche una richiesta di revisione del processo.
La donna, secondo quanto riferito dall’avvocato, faticava a riadattarsi alla vita detentiva, soprattutto dopo l’esperienza lavorativa all’esterno.
