Taglio del cuneo fiscale confermato dal Mef, via libera e aumenti in busta paga per i dipendenti pubblici
Taglio del cuneo fiscale confermato dal Mef. Per i lavoratori pubblici previsti aumenti in busta paga e arretrati a partire da giugno
Il ministero dell’Economia ha confermato: a giugno arrivano in busta paga il taglio del cuneo fiscale e i relativi arretrati per i dipendenti pubblici. Dopo mesi di ritardi tecnici, il beneficio scatterà con effetto retroattivo, portando aumenti fino a 400 euro.
Mef conferma il taglio del cuneo fiscale
Dopo settimane di attesa e proteste sindacali, il ministero dell’Economia ha confermato che il taglio del cuneo fiscale sarà applicato nelle buste paga dei dipendenti pubblici.
La misura, prevista dalla legge di Bilancio 2025, ha subito un ritardo dovuto agli aggiornamenti tecnici richiesti dall’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale e dalla piattaforma NoiPa, che gestisce i cedolini del pubblico impiego.
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Oltre all’applicazione del beneficio, a giugno arriveranno anche gli arretrati maturati da gennaio, con un incremento complessivo che potrebbe superare i 400 euro.
Quando le novità in busta paga
L’applicazione del nuovo beneficio scatterà a giugno, ma comprenderà anche il recupero degli importi non versati nei primi cinque mesi dell’anno. L’importo mensile netto varia tra 80 e 120 euro, a seconda della retribuzione e sarà applicato a chi ha uno stipendio lordo annuo fino a 40mila euro.
Nel frattempo, già da aprile è stata riconosciuta l’Indennità di vacanza contrattuale per il triennio 2025-2027, con incrementi stabiliti dallo 0,6% (da aprile a giugno) fino all’1% dal mese di luglio.
A chi spettano?
Il taglio del cuneo fiscale riguarda tutti i dipendenti pubblici con reddito fino a 40mila euro lordi annui, ma con differenze sostanziali a seconda della situazione contrattuale.
Per chi ha già firmato i rinnovi, ad aprile è arrivata l’indennità di amministrazione. Per scuola, enti locali e sanità, invece, si attende ancora la firma, con la contrattazione sanitaria aggiornata al 22 maggio.
Il nuovo contratto 2022-2024 prevede un aumento medio mensile di 172 euro per tredici mensilità. Tuttavia, in caso di firma entro maggio, gli effetti concreti scatteranno solo da ottobre, coinvolgendo circa 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale.
