Con il termine caffè si intende definire la bevanda che si ottiene macinando i semi di piccoli alberi originari di Etiopia e Yemen, ma da secoli diffusi in tante altre aree del pianeta, dall’Asia al Sudamerica.
Il caffè è in assoluto la bevanda più diffusa e consumata – ecco cosa succede se ne bevi più di due al giorno – al mondo, nonché la merce più scambiata dopo i prodotti petroliferi, il suo impatto a livello macroeconomico è quindi a dir poco significativo. Per questo motivo la notizia che circa il 50% delle piantagioni potrebbe letteralmente scomparire entro il 2050 sta suscitando non poca preoccupazione a livello internazionale.
Caffè, a rischio metà delle piantagioni del mondo: lo studio
A figurare questo drammatico scenario è un recente studio condotto dai ricercatori della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) e pubblicato sulla rivista scientifica Plos Climate. Ancora una volta il principale responsabile della situazione è il riscaldamento globale dovuto alle attività umane, il cosiddetto “cambiamento climatico antropogenico”.
Ma sono diversi i fattori atmosferici, climatici e meteorologici in mutazione che potrebbero minare la resa – e a lungo andare l’esistenza – di molte delle attuali piantagioni. Tra questi troviamo:
- l’aumento generale delle temperature
- aumento delle piogge
- oscillazioni climatiche eccessive (picchi troppo caldi o troppo freddi)
- superamento delle temperature massime giornaliere che le piantagioni possono tollerare
- clima troppo secco
- aumento delle gelate
Caffè: a cosa sono dovuti gli “shock sistemici” in corso
Tutti questi fattori – nella ricerca ne vengono analizzati anche molti altri – rappresentano degli “shock sistemici” per le piantagioni di caffè.
Stando alle evidenze dello studio, che ha preso in analisi i dati dei quarant’anni intercorsi tra il 1980 e il 2020 nei primi 12 paesi produttori di caffè a livello mondiale, questi shock sistemici non solo sarebbero in corso, ma in vera e propria impennata.
Ben 5 dei 6 anni più complessi tra il 1980 e il 2020 si sarebbero infatti verificati tra il 2010 e il 2020, se il trend dovesse proseguire con questa forza e velocità, entro il 2050 le piantagioni attive saranno dimezzate.
A proposito di caffè, sapevi che in realtà il suo effetto energetico è molto più blando di quanto si creda?