Dimentica per un attimo le acque trasparenti, le immersioni, le spiagge da cartolina. Alle Isole Tremiti c’è qualcosa che pochi turisti si aspettano: fantasmi, leggende, presenze che da secoli abitano grotte, scogli e abbazie. E non è solo folclore da barca turistica. Gli isolani le raccontano con serietà, come se le avessero viste con i loro occhi. Alcuni giurano di sentirle, certe notti, quando il vento urla tra le rocce e il mare si agita senza motivo. Il posto più inquietante? Lo scoglio del Cretaccio, dove – dicono – appare ancora un uomo decapitato con la testa sotto il braccio. Benvenuto alle Isole Tremiti, il paradiso dove il mistero ha casa.
Cretaccio: il lato oscuro delle Isole Tremiti
Il Cretaccio non è solo uno scoglio. È una presenza. Un blocco d’argilla grigia, a metà strada tra San Domino e San Nicola, modellato dal tempo, eroso dal mare. Dall’alto sembra innocuo, quasi elegante nella sua forma tondeggiante. Ma quando cala il buio, la storia cambia. Qui, secondo una leggenda popolarissima, è stato decapitato un carcerato in fuga. Qualcuno parla di un’esecuzione. Altri di un’impiccagione andata male. Il risultato è sempre lo stesso: nelle notti di tempesta, lo spirito dell’uomo torna a farsi vedere. Corre lungo il perimetro dello scoglio, urlando, con la testa in mano. Un’immagine che sembra uscita da un film dell’orrore, ma che gli abitanti raccontano da generazioni.
Pochi metri più in là c’è un altro scoglio, più piccolo e ancora più inquietante: La Vecchia. Nessuno lo chiama con il suo vero nome. Tutti lo conoscono così perché – sempre di notte, sempre col mare mosso – si dice che appaia la figura curva di una donna anziana, intenta a filare la lana. Alcuni parlano di una strega. Altri di un’anima in pena. Nessuno si avvicina, nemmeno i gabbiani che sorvolano le Tremiti giorno e notte. E sono proprio loro, le Diomedee, a completare il quadro. Secondo la leggenda, erano i compagni di Diomede trasformati da Afrodite per piangere il loro eroe morto proprio qui. E il loro verso? Una specie di lamento, un pianto inconsolabile che si sente solo quando la luna non c’è.
Storie, miti e fantasmi: le Isole Tremiti sono così
Le Isole Tremiti non sono solo mare e tuffi. Sono isole vere, con un passato pesante e un presente che sa ancora di sacro e di dannato. San Nicola, ad esempio, è l’anima spirituale dell’arcipelago. Lì sorge l’abbazia di Santa Maria a Mare, costruita – si dice – grazie a un tesoro indicato in sogno dalla Madonna a un eremita. E quel tesoro, secondo molti, era lo stesso che un tempo custodiva la tomba di Diomede. Già, Diomede: l’eroe greco che, dopo la guerra di Troia, trovò rifugio alle Tremiti. Morì qui, e ancora oggi si racconta che una spiaggia di San Nicola ospiti la sua sepoltura.
Nel tempo, le isole sono diventate anche luogo d’esilio. Da Giulia, nipote dell’imperatore Augusto, a Sandro Pertini. Le celle dell’abbazia, una volta trasformate in prigione, hanno visto passare decine di anime dimenticate. E ogni tanto, qualcuno sostiene di sentire ancora l’eco delle loro voci, come se le pareti avessero trattenuto i lamenti. Tra le grotte di Capraia e i fondali di San Domino, poi, si mormora di pirati e tesori. C’è chi cerca ancora l’oro di un corsaro morto durante una tempesta. Ma ogni tentativo fallisce. Correnti strane, grotte che si chiudono, passaggi che sembrano cambiare forma.
Chi viene alle Isole Tremiti per cercare solo relax si perde metà dell’esperienza. Qui la bellezza convive con il mistero. Ogni spiaggia ha una storia, ogni roccia un nome, ogni notte un sussurro. Se ti capita di sentire un richiamo nel buio o di vedere una sagoma sullo scoglio del Cretaccio, non ti allarmare. Stai solo vivendo davvero le Isole Tremiti.