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CONSIGLI 29 OTTOBRE 2023

Quando non si usa il silicone: attenzione ai danni in casa

Il fai da te per molti è un hobby, per altri una necessità utile a risparmiare qualche euro, un’alternativa all’intervento di un professionista che, come è giusto che sia, prevede un esborso economico che può essere anche importante, a seconda dell’intervento in questione.

Bisogna però fare attenzione durante i piccoli e grandi lavori in casa, perché il danno irreparabile è sempre dietro l’angolo. Il silicone è sicuramente un prezioso alleato, ma usarlo nel modo sbagliato può trasformarlo in un nemico alquanto ostile.

Che sostanza è il silicone e quanti tipi ne esistono

I siliconi (o polisilossani) sono prodotti costituiti da molecole inorganiche che si formano dall’unione di ossigeno e silicio. È un materiale molto utilizzato sia in ambito casalingo che professionale. È stato sintetizzato per la prima volta nel 1907 dal chimico inglese Frederick Kipping.

In commercio si trovano siliconi della più varia consistenza, dall’oleoso al gommoso, che possono essere divisi in varie classi di applicazione, come liquidi, emulsioni, composti, lubrificanti, resine e plastiche.

La versatilità dei siliconi li rende utilizzabili nei più disparati settori: sono dei perfetti isolanti, ma servono anche per incollare e proteggere serramenti, sanitari, docce, grondaie, specchi, vetri e molto altro ancora.

Che differenza c’è tra silicone acrilico, acetico e neutro

Il silicone è un prodotto facile da applicare ed è disponibile in vari tipi per trattare ogni genere di superfici, anche le più delicate.

Per ottimizzare i risultati è consigliabile conoscere bene la differenza tra le tre tipologie di silicone utilizzabili in ambito domestico.

I siliconi acetici sono quelli più usati per il fai da te casalingo, ad esempio per sigillare piastrelle, ceramiche e le componenti di bagni e cucine. Questo tipo di silicone viene prodotto in tre colorazioni: trasparente, bianco e nero.

Il silicone neutro, invece, è adatto per incollare e sigillare superfici più delicate, come legno, policarbonato, PVC, vetri, specchi e serramenti. È la soluzione perfetta se si cerca un prodotto antimuffa. Anche questo silicone è disponibile in diverse tonalità di colore da scegliere in base alle esigenze.

Infine, il silicone acrilico è indispensabile per il materiale poroso. È studiato per trattare materiali edili, come il cartongesso e i pavimenti. Una volta applicati possono anche essere verniciati. Viene principalmente prodotto in due colorazioni, bianco e grigio.

Per cosa viene usato il silicone: cosa si può incollare

Il primissimo passo da seguire prima di applicare il silicone è quello di pulire accuratamente la superficie su cui andrete a posizionare il sigillante. In caso di presenza di vecchio stucco o silicone, è buona norma rimuoverlo con una spatola.

Per poterlo applicare serve una pistola che vi permetta di esercitare la corretta pressione sullo stantuffo posteriore del tubo e in commercio ne potete trovare di diversi tipi.

Come abbiamo visto, il silicone gode una vasta gamma di applicazioni: è utile, ad esempio, per proteggere i lavelli e i sanitari, ma anche per sigillare serramenti e grondaie, riparare perdite, fissare mensole, incollare piastrelle e per impedire l’entrata di spifferi o acqua.

Si tratta di un prodotto veramente trasversale che spesso fa la differenza anche a livello domestico: un materiale fondamentale e imprescindibile per i lavoretti di tutti i giorni, così come per quelli professionali.

Cosa non incolla il silicone in base alla tipologia

Per quanto il silicone sia utilissimo in molte differenti applicazioni, ha anche qualche limite.

Il silicone acrilico, ad esempio, è il prodotto più adatto a sigillare o incollare superfici porose come legno, cartongesso e muratura. Ma il suo utilizzo su superfici diverse (come metalli lisci) è pressoché inutile.

Allo stesso modo, il silicone acetico (adatto a piastrelle e ceramiche) se utilizzato sui vetri rischierebbe di comprometterli irrimediabilmente.

Per queste ragioni è bene conoscere le differenze tra differenti siliconi, per evitare che si trasformi da prezioso alleato in prodotto dannoso per le superfici.

Quale prodotto scioglie il silicone e come rimuoverlo

Può capitare, durante un lavoro, di applicare più prodotto del necessario e di ritrovarsi, pertanto, a dover togliere il silicone in eccesso.

Qualora sia ancora fresco, basta uno straccio inumidito per rimuoverlo in pochi istanti. Invece, quando il silicone appare secco si devono seguire alcuni passaggi, come pulire la zona per ammorbidire materiale (magari aiutandosi con una pistola termica) e procedere alla rimozione vera e propria con un raschietto o una spatola.

L’eliminazione del silicone segue i medesimi passaggi indipendentemente dalla tipologia del silicone utilizzato.

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