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BUONO A SAPERSI 07 GIUGNO 2023

"Pronto, Polizia Postale": la truffa che ti svuota il conto

Si spacciavano per la Polizia Postale e accusavano la vittima di aver commesso un reato. Questo il meccanismo di un giro di truffe che si è diffuso nel 2017. A orchestrare il meccanismo è stato un 43enne, già detenuto per una condanna definitiva, che ha scelto il patteggiamento e ora deve scontare 4 anni. Devono invece rispondere di truffa davanti al Tribunale di Torino i sedici i presunti complici che hanno scelto il rito ordinario.

Come funziona la “truffa della Polizia Postale”

“Pronto? È la Polizia postale, lei ha commesso un reato”, così iniziava la telefonata ale vittime. Alle ignare persone veniva fatto credere di aver commesso degli illeciti online, con sanzioni pecuniarie che avrebbero potuto estinguere versando delle somme su una carta Postepay. I soggetti che venivano chiamati erano tutti accomunati dall’essere iscritti a siti di incontri e bacheche per la vendita di prodotti di seconda mano.

Il falso poliziotto informava la vittima di aver commesso gravi irregolarità e minacciava conseguenze pesanti se non avesse pagato immediatamente la multa. I versamenti dovevano essere fatti restando in linea, così da evitare che il malcapitato potesse ravvedersi una volta riattaccato il telefono.

Le somme richieste andavano fino a oltre 3mila euro, e dovevano essere accreditate con bonifici o ricariche in tabaccheria su carte prepagate intestate ai complici. La leva usata per ottenere il denaro era il timore di un pericolo immaginario e l’erroneo convincimento di dover eseguire un ordine da parte delle autorità, come chiarito anche dai giudici che si sono occupati del caso.

Tra le presunte conseguenze che le vittime avrebbero corso in caso di mancato pagamento c’erano processi penali, arresti, l’accensione di un’ipoteca sulla casa, l’interdizione dall’Università e dalla possibilità di sostenere esami. Per rendere più credibile la truffa, venivano inviate via Sms finte denunce con i loghi della polizia di Stato.

Come difendersi dalle truffe telefoniche

La Polizia di Stato ha pubblicato alcuni consigli per difendersi dalle frodi telefoniche o informatiche, come quella della polizia postale o quella della voce clonata con l’intelligenza artificiale. Ecco cosa fare per evitare di cadere vittima di una truffa.

  • Chiedere sempre a chi vi chiama di identificarsi con nome, cognome, numero identificativo e recapito telefonico
  • Evitare di fornire via e-mail o al telefono dati sensibili, soprattutto quelli bancari o delle carte di credito. Non cliccare sui link nei messaggi di posta elettronica o negli sms
  • Rimanere aggiornati sulle modalità utilizzate dai malintenzionati per truffarvi e sulle nuove truffe tramite il sito della Polizia Postale
  • Non inviare mai denaro dopo una richiesta telefonica, anche se si presentano come agenti delle forze dell’ordine. Nel dubbio riattaccare e chiamate la Polizia o i Carabinieri.

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