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CURIOSITÀ 22 FEBBRAIO 2024

Svelato il mistero del canto delle balene, ma ora scatta l’allarme: sparirà per sempre

A cantare non sono solo gli usignoli e altri volatili che arricchiscono il cielo e permettono all’uomo di sognare una libertà sempre ambita ma mai del tutto raggiunta. Anche a metri di profondità, dove il blu diventa quasi nero succede una magia che oggi è meno misteriosa di ieri. Gli scienziati, infatti, hanno fatto delle scoperte eccezionali sul canto delle balene.

Si tratta di una meraviglia della natura, ancor più difficile da apprezzare data la difficoltà che si ha nel raggiungere questi mammiferi, che però rischia di scomparire per sempre. Lasciando un vuoto incolmabile. Ecco tutti i dettagli.

La scoperta sul canto delle balene: non è più un mistero

Un team di scienziati del Sound Communication and Behavior Group alla University of Southern Denmark, del Vienna Cognitive Science Hub alla University of Vienna e di altri istituti di ricerca ha detto una scoperta davvero sorprendente.

Partendo dal presupposto che i mammiferi emettono dei suoni melodiosi modulando il flusso d’aria espirata in modo da far vibrare le corde vocali nella laringe, il meccanismo messo in atto dalle balene è leggermente diverso e dice tanto sulla qualità del suono prodotto. Tuttavia, è bello e unico, quanto a rischio: presenta, infatti, dei limiti fisiologici, che lo rende sensibile all’inquinamento acustico prodotto dalle navi mercantili e dai pescherecci.

Non va dimenticato che il segreto delle balene è legato a comportamenti sociali e riproduttivi molto complessi. Non a caso gli odontoceti, per esempio, hanno sviluppato un organo vocale nasale, mentre i misticeti, il gruppo che comprende le balene blu e le megattere, si servono di un organo della gola.

I ricercatori, nello specifico, hanno “scoperto un metodo per la produzione del suono finora sconosciuto, che ha origine in un sito insolito per la generazione delle vibrazioni”. Sino a poco tempo fa si era convinti che “le balene producessero suoni ‘spingendo’ l’aria tra pieghe di tessuto accoppiate, facendole vibrare”, in realtà è stato individuato un percorso alternativo “nel flusso d’aria, che viene compressa tra una piega di tessuto e un cuscino di materiale grasso posto sopra di esso. La piega vibra contro il tessuto e genera il suono”.

In sostanza, il canto delle balene è il risultato di vibrazioni aerodinamiche di specifiche strutture locali che non sono presenti in altre specie. Si tratta di segnali a bassa frequenza, che viaggiano per distanze medie fino a una profondità massima di 100 metri e a una frequenza massima di 300 Hz (la voce umana maschile è compresa tra 70 e 150 Hz, e quella femminile compresa tra 150 e 250 Hz).

Perché l’uomo minaccia il canto delle balene: cosa succede

Mentre ci chiediamo se parleremo con gli alieni o meno, ci sono questioni più prossime e urgenti da trattare, per cercare di salvaguardare la biodiversità marina della Terra. Le strutture anatomiche di questi mammiferi non possono andare oltre e l’attività umana potrebbe coprire e disturbare il canto delle balene. Non potendo comunicare sulle grandi distanze, il rischio è che siano destinate a rimanere in silenzio, con possibili conseguenze drammatiche per la sopravvivenza della specie.

Dove sentire le balene in Italia: i siti di whale watching

L’avvistamento dei cetacei, o whale watching in inglese, viene fatto prevalentemente in mare. È difficile trovare un punto sulla terra ferma in grado di permettere questo tipo di attività. È possibile infatti solo in Sud Africa e in Australia. Fondamentale è affidarsi a esperti che facciano in modo di regalare un’esperienza unica in sicurezza.

Per fortuna, in Mediterraneo è molto ricco di biodiversità e ci sono aree in cui è possibile avvistare e sentire il canto delle balene. In Liguria e in Toscana, per esempio, in un’area protetta chiamata Santuario Pelagos, non è difficile incontrare dei cetacei dalla primavera al mese di settembre.

Qualche chilometro fuori dalla costa, grazie alla presenza di due grandi canyon, si può ammirare la balenottera comune (Balaenoptera physalus), il capodoglio (Physeter macrocephalus), la stenella striata (Stenella coeruleoalba) e moltissimi altri esemplari. Un’emozione unica che vale la pena vivere e delle specie che meritano di essere preservate e protette.

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