Una scena che ha dell’incredibile e che fa stringere il cuore. È successo nella costa occidentale dell’Australia, dove sono state trovate oltre 160 balene spiaggiate. I cetacei sono rimasti intrappolati nelle acque poco profonde di Toby Inlet, a Geographe Bay.
Si tratta di animali che si muovono in branco e che instaurano dei rapporti talmente stretti da non abbandonare nessuno che si trovi in difficoltà. Secondo gli esperti potrebbe essere stato questo il motivo della morte a catena.
Globicefali spiaggiati in massa in Australia: il ritrovamento
Oltre 160 balene si sono ritrovate spiaggiate in Australia, probabilmente per aiutare uno o più compagni in difficoltà nelle acque basse. Se qualcuno ha un problema, gli altri lo seguono fanno di tutto per salvarlo. Si tratta di un comportamento che ha reso questa specie, piena di segreti, ancora più affascinante ma anche vulnerabile
“Sappiamo che ci sono quattro branchi contenenti un totale di 160 globicefali sparsi per circa 500 metri. Sfortunatamente, 29 balene che si sono arenate sulla spiaggia sono morte”, ha rivelato un portavoce del Parks and Wildlife Service Western Australia, il Dipartimento per la Biodiversità, la Conservazione e le Attrazioni locale.
“Un team di personale esperto, tra cui ufficiali della fauna selvatica, scienziati marini e veterinari, è sul posto o in viaggio” per salvare quanti più esemplari possibili. Molti di loro infatti rischiano di dover essere soppressi. Purtroppo si tratta di una procedura spesso necessaria quando si verificano episodi del genere. Questi accadimenti, infatti, non sono rari in Paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda. Gli esperti, inoltre, raccomandano di evitare iniziative personali da parte di persone non equipaggiate per il salvataggio di animali così complessi da gestire.
Balene in spiaggia morte a decine, le altre saranno abbattute
Le foto e i video diffusi da Parks and Wildlife Service – Western Australia e da Dunsborough & Busselton Wildlife Care Inc sono davvero impressionanti. Purtroppo 29 delle oltre 160 balene spiaggiate in massa lungo le coste australiane sono morte in poco tempo. Si trovano a Toby Inlet, vicino a Dunsborough, una zona a più di 250 chilometri a sud di Perth. Tutte le attenzioni di esperti e autorità locali sono volte a salvare i circa 160 esemplari sparsi in 500 metri di spiaggia.
Il portavoce del Parks and Wildlife Service Western Australia ha fatto sapere inoltre che “ci sono 20 balene in un branco a circa 1,5 chilometri dalla costa. Un altro branco di circa 110 esemplari si trova più al largo”.
Il prossimo passo è valutare le condizioni dei cetacei che sono rimasti arenati, mentre si cerca di tenere chi è in salvo lontano dalla costa. Fondamentale è evitare l’eutanasia al maggior numero di loro.
Mistero sullo spiaggiamento di massa: cosa sappiamo
Gli esperti di fauna selvatica non sono certi di quale sia la ragione per cui questi animali si spingano così tanto vicino alla costa, ma purtroppo fatti del genere capitano spesso e provocano decessi di massa. A luglio del 2023 – a Cheynes Beach ad Albany, a 470 chilometri a sud di Perth – sono morte almeno 90 balene. Nello stesso periodo, è stato trovato un capodoglio morto alle Canarie.
Secondo Vanessa Pirotta, esperta di fauna selvatica, ci sono diversi fattori che contribuiscono, oltre al legame molto forte che si crea fra i branchi. Potrebbe dipendere da determinati suoni, dall’inquinamento acustico prodotto dall’uomo che arriva nell’oceano in forma molto più importante e che potrebbe disturbare il normale corso della vita della fauna marina.
Ecco perché è importante considerare l’impatto delle attività dell’uomo sulla terraferma e nei mari. Si tratta di abitudini che vanno cambiate e gestite in maniera tale da mettere la salute dell’ecosistema al primo posto.