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NOTIZIE 30 SETTEMBRE 2021

Trovate impronte di piedi vecchie di 20.000 anni: cosa significa

Nel 2009 sono state scoperte delle impronte umane fossilizzate nel Parco nazionale delle sabbie bianche in New Mexico. Dopo anni di studi, ora i dati hanno dato informazioni importanti ai ricercatori sulle origini degli esseri umani. Grazie all’analisi di alcuni semi trovati nel terreno è stato possibile accertare che quei segni risalgono a oltre 20mila anni fa. Nello studio, pubblicato su Science 1, gli studiosi suggeriscono che le impronte, provenienti da un antico lago nel parco, risalgono a un’età compresa tra 21.000 e 23.000 anni. Mentre in Spagna sono state ritrovate antiche monete romane, negli Usa si torna ancora più indietro nella storia dell’umanità.

Cosa dicono le impronte di piedi di 20.000 anni fa

Se la datazione delle impronte di piede in New Mexico è accurata, come ritengono gli scienziati, questi segni appresentano la prima prova inequivocabile dell’occupazione umana in qualsiasi parte delle Americhe. Secondo gli autori dello studio, il ritrovamento confermerebbe le teorie sulla presenza dell’uomo in New Mexico molto prima di quanto ritenuto finora. “Questo è un punto di svolta”, ha detto Spencer Lucas, paleontologo presso il New Mexico Museum of Natural History & Science ad Albuquerque. Per decenni gli archeologi hanno datato i primi insediamenti nelle Americhe dell’uomo a 11.000-13.000 anni fa, quando un ghiacciaio delle dimensioni di un continente ha creato un corridoio attraverso il Canada centrale.

Un’altra ipotesi, finora ritenuta controversa, ha sostenuto invece una rotta migratoria costiera dalla Siberia. Riguardo alla scoperta in New Mexico, i ricercatori dell’US Geological Survey di Denver, in Colorado, hanno determinato che i semi ritrovati con le impronte avevano tra i 21.000 e i 23.000 anni e questo potrebbe avvalorare la teoria del passaggio dalla Siberia.

Come ha scritto il New York Times, le impronte trovate in New Mexico “mostrano che qualcuno camminò più o meno in linea retta per circa tre chilometri, e si riesce anche a vedere che alcune impronte sono quelle di una donna che, a un certo punto, appoggia a terra un bambino”. Le impronte si formarono in seguito al passaggio di un terreno umido vicino a un lago, e si sono conservate perché alcuni sedimenti coprirono il loro solco e, in seguito, si consolidarono. E proprio grazie a questo ritrovamento, potrebbe essere riscritta parte della storia sulle origini e le migrazioni degli esseri umani.

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