Emergenza mercato auto Italia: servono nuovi incentivi

Il Centro Studi Promotor ha lanciato l'allarme: servono nuovi incentivi statali per poter superare l'emergenza del mercato automobilistico in Italia

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Redazione

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Il settore automobilistico, sia a livello nazionale che internazionale, sta vivendo un momento molto particolare, a causa di diversi fattori che influiscono in maniera negativa sul mercato.

In Italia, in maniera particolare, si deve far fronte a una profonda crisi di mercato: secondo una ricerca portata avanti dal Centro Studi Promotor, nel 2023 le immatricolazioni di nuove auto nel nostro Paese saranno pari a 1.500.000 unità, facendo registrare un calo del 21,7% rispetto ai livelli raggiunti prima della pandemia di Covid-19.

Per affrontare al meglio il problema legato al calo di immatricolazioni, in un periodo storico contrassegnato da un’inflazione galoppante, l’arma più efficace rimane quella degli incentivi statali.

Il Governo, a cadenza abbastanza regolare, eroga bonus per incentivare l’acquisto di nuove vetture e svecchiare il parco auto. Secondo il Presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano però, gli incentivi prenotabili già dal 10 gennaio 2023 non sono sufficienti a risolvere il problema, al pari di quelli adottati nel corso dell’anno passato.

Mercato auto in Italia: servono nuovi incentivi

“Siamo di fronte a una vera e propria emergenza – ha dichiarato il Presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano – dovuta anche al fatto che gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche o con emissioni di CO2 molto contenute previsti nello scorso anno sono rimasti in gran parte non utilizzati in quanto non rispondenti alle esigenze del pubblico. Questa emergenza è decisamente preoccupante perché riguarda un comparto che con il suo indotto vale il 12% del PIL italiano”.

In merito agli incentivi statali erogati dal Governo, Quagliano ritiene che lo stanziamento dei bonus, come accaduto l’anno scorso, “rischia di rimanere in gran parte inutilizzato per i vincoli che riguardano il tipo di soggetti che possono usufruirne e per il tipo di auto acquistabile con l’incentivo. Per rendere efficaci gli incentivi occorre che questi vincoli vengano eliminati e che si preveda che l’incentivo possa essere richiesto da qualsiasi soggetto e per qualsiasi auto a basso impatto”.

Il Centro Studi Promotor, mediante un comunicato stampa, ha riferito che il tasso di motorizzazione dell’Italia, dato dal rapporto tra abitanti e circolanti, è uno dei più alti al mondo. Sul territorio nazionale, nel 2021, c’erano 62,2 auto ogni 100 abitanti, contro le 58,4 della Germania, le 57,3 della Francia e le 53,5 della Spagna. La media è superiore anche a quella di tutti i Paesi dell’Unione Europea, pari a 56,7 vetture ogni 100 abitanti.

Parco auto circolante: un triste primato per l’Italia

Questi dati fanno riflettere sulla necessità di adottare misure sempre più efficaci sia per svecchiare il parco auto che per ridurlo. La presenza di tante vetture offre uno spunto di riflessione anche sulla qualità del trasporto pubblico, in alcuni casi non tale da indurre i cittadini a preferirlo ai mezzi di trasporto privati.

A influire sul numero globale delle auto circolanti, ovviamente, è stata anche la pandemia di Covid-19: in un periodo caratterizzato da forti restrizioni, è venuta meno la possibilità di avvalersi dei trasporti pubblici, inducendo così tante persone a usare la propria auto.

L’età media delle vetture italiane è salita molto negli ultimi tre lustri: se nel 2007 era di 7 anni e 6 mesi, nel 2021 è arrivata a quota 12 anni e 2 mesi. Anche in questo caso, le altre Nazioni europee vantano numeri migliori rispetto all’Italia: in Germania l’età media del parco circolante è di 10 anni e un mese, in Francia di 10 anni e 5 mesi e nel Regno Unito poco più di 10 anni.