Michelin ha finalmente superato l’incontrastata Bridgestone come primo produttore di pneumatici al mondo. La lista dei costruttori, aggiornata al 7 giugno 2021, fa riferimento all’anno precedente, quindi considera il fatturato delle aziende nel 2020. Ora la società francese sale in testa dopo 13 anni di predominio nipponico.
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Chi sale e chi scende
Fondata nel 1889 dai fratelli Édouard e André Michelin a Clermont-Ferrand in Francia, la manifattura francese è oggi una multinazionale a tutti gli effetti. Con circa settanta stabilimenti e 180 milioni di pneumatici venduti ogni anno in 170 paesi del mondo, è un leader affermato nel settore, ma cosa è successo nel 2020?
Michelin ha eseguito un sorpasso al limite rispetto alla concorrenza giapponese. Nel 2019 la differenza di fatturato tra le due era di circa 4,8 miliardi di euro e 600 milioni unicamente di business gomme. Nel 2020 il divario, stavolta a favore di Michelin si attesta a poco più di 400 milioni. Una battaglia colpo su colpo, decisa al rettilineo finale, quando la storica leader ha dovuto accontentarsi del secondo posto.
Quali sono stati i cambiamenti più importanti in classifica? L’italiana Pirelli scende in settima posizione dietro la compagnia coreana Hankook che arriva sesta. Falken invece, rimane stabile in quinta. Goodyear lascia il podio: dalla seconda arriva in quarta dopo i tedeschi della Continental che si assicurano il gradino più basso della pedana.
Sono solo otto i produttori che hanno conservato le posizioni nella classifica del 2019: Sumimoto Rubber Industries (in Europa conosciuta con il brand Falken), Yokohama, ZC Rubber, Maxxis, Apollo Tyres, Kumho, Nokian e Nexen. La maggior parte invece, ha registrato un calo nelle vendite causato dall’emergenza Covid.
Il peso del Covid
È stato un 2020 difficile per tutti, l’effetto del Covid ha colpito duramente il mercato delle auto, particolarmente penalizzato dalle limitazioni agli spostamenti e dalle chiusure degli stabilimenti. Tuttavia la recessione ha risparmiato l’azienda indiana BKT Tires, esperta nella fabbricazione di copertoni per veicoli agricoli, industriali e mezzi pesanti come gru e carrelli elevatori.
Il portafoglio prodotti diversificato le ha consentito di contenere i danni, mentre gli specialisti delle “calzature” per le auto (la quasi totalità) ha passato dei mesi burrascosi. Nessuno li avrebbe potuti preparare alla pandemia, e ai risvolti delicati, non essendo mai successo nulla di simile.
Analizzando i fatturati delle diverse società bisogna considerare alcuni aspetti sostanziali. Il primo riguarda il cambio yen-euro che perdura a sfavore della moneta giapponese da circa tre anni. Un secondo elemento interessa la futura escalation da parte della statunitense Goodyear, che nel frattempo prova a dire addio al cambio gomme.
Quest’ultima infatti ha acquisito la Cooper, ditta specializzata nella fabbricazione di pneumatici per autocarri e motoveicoli. Le competenze specifiche maturate dal team interno potranno rivelarsi preziose, nel tentativo di ampliare il rispettivo bacino di utenti. Il potenziale è di certo notevole, perciò è forte la curiosità di sapere se vi saranno degli accorgimenti strategici.
Di conseguenza è molto probabile che Goodyear prenderà il terzo posto della classifica mondiale, alla ricorsa di Michelin (alle prese con la creazione di gomme rispettose dell’ambiente) e Bridgestone. Chissà come starà festeggiando Bibendum, il famoso omino Michelin, per questo ritorno al primo posto.