Quando il design automobilistico si fa coraggio, capita che il mondo si fermi a guardare. E in quel momento preciso — mentre gli altri affilano le armi del già visto — c’è chi osa togliere, invece che aggiungere. Polestar lo ha fatto con la sua Polestar 4: un’auto che ha rinunciato al lunotto posteriore e che, letteralmente, non può guardarsi alle spalle nello specchietto retrovisore.
La svedese del Gruppo Geely ha appena ricevuto il Red Dot “Best of the Best” 2025 per il design di prodotto: il riconoscimento più alto in uno dei concorsi di design più prestigiosi al mondo. Un risultato che va ben oltre la medaglia, perché certifica una filosofia controcorrente, una bellezza fuori dagli schemi.
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Il coraggio della sottrazione
Nel mondo delle quattro ruote, dove ogni silhouette è ormai un compromesso e ogni linea un richiamo a qualcosa di omologato, Polestar ha scelto linee pulite, dinamiche e ci ha inserito un pizzico di reale originalità. La sua Polestar 4, il modello premiato con la massima onorificenza ai Red Dot Award, rinuncia al lunotto posteriore, ma non ne fa un dramma. Il sistema di retrovisione digitale sostituisce lo specchio, anche se la vera rivoluzione non è tecnica, bensì concettuale.
Questo veicolo rientra nella categoria dei cosiddetti SUV coupé, ma sarebbe più corretto parlare di un oggetto nuovo, che fonde l’eleganza scolpita di una GT con la funzionalità marcata di una sport utility. I fari a doppia lama sembrano incisi nel metallo, gli specchietti senza cornice riflettono un’idea di purezza, e l’illuminazione ambientale, ispirata ai corpi celesti del sistema solare, suggerisce che l’abitacolo non è un semplice spazio da occupare, ma qualcosa di più. L’effetto conchiglia che dona l’assenza del vetro posteriore serve ad avvolgere in un caldo abbraccio tutti gli occupanti. Qualcosa di molto piacevole.
Una bellezza che convince i maestri
Per vincere un premio così importante, dunque, la scelta di stile è stata azzeccata. La giuria internazionale del Red Dot Award ha lodato la capacità della Polestar 4 di “armonizzare la complessità tecnica con qualità estetiche come semplicità e chiarezza”. In un’epoca in cui l’hyper-tech rischia di soffocare l’armonia, l’approccio scandinavo brilla per essenzialità.
Il Red Dot “Best of the Best”, come abbiamo detto, è un premio speciale, assegnato solo a chi definisce un nuovo standard. E accanto alla 4, anche la sorella Polestar 3 ha ricevuto il Red Dot Label, conferma di una coerenza stilistica che ormai è diventata firma.
Un passato premiato, un futuro tracciato
Non è la prima volta che Polestar sale sul podio. Già Polestar 2 aveva conquistato il Red Dot più ambito, oltre a vincere il titolo di “Brand of the Year” e raccogliere riconoscimenti per la sua brand identity e persino per un design book, un oggetto editoriale che, come le auto, ha stile, anima e una copertina.
A guidare la squadra di stilisti, c’è Philipp Römers, Global Head of Design, che commenta così il premio: “Questo riconoscimento è una testimonianza della dedizione e della passione del nostro team di design”. Una frase apparentemente semplice, ma che restituisce l’idea di un laboratorio creativo dove nulla è lasciato al caso, e ogni tratto ha una motivazione precisa, anche quando si va a togliere qualcosa che c’è sempre stata.