McLaren, storia di una Casa icona dell’automobilismo

Famosa per i suoi successi in Formula 1, specie nell'epoca d'oro di Senna e Prost, la McLaren produce anche stupende supercar stradali con prestazioni da urlo

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Marco Di Marco

giornalista pubblicista

Laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista che da sempre ama le auto. Ha sempre avuto la passione per il giornalismo automobilistico scrivendo sia di prodotto che di motorsport.

Quando si parla di nomi iconici dell’automobilismo sportivo, questi si possono contare sulle dita di una mano. Se il marchio Ferrari è senza ombra di dubbio quello più conosciuto quando si parla di Formula 1, ugualmente importante è il nome McLaren. La Casa inglese ha contribuito a scrivere pagine di storia della massima categoria del motorsport ed ha anche realizzato alcune delle supercar più incredibili mai apparse su strada.

Una storia nata negli anni ’60

La storia della McLaren è ovviamente legata al suo fondatore Bruce, pilota velocissimo e vincente con il pallino di diventare costruttore per provare le sue abilità al volante di una vettura che portasse il suo nome. L’esordio in Formula 1 avviene nel 1966 con la McLaren 2B dotata di un innovativo telaio in monoscocca. Proprio la ricerca tecnologica estrema sarebbe stato il marchio di fabbrica della Casa inglese.

Per arrivare in alto nel Mondiale di Formula 1 si dovettero attendere gli anni ’70. Ironia della sorte, però, il fondatore Bruce McLaren non riuscì mai a vedere una sua vettura ed un suo pilota trionfare nel campionato perché trovo la morte nel 1970 sul tracciato di Goodwood mentre era alla guida della sua M8D.

Dopo la scomparsa del fondatore la McLaren fu guidata in maniera brillante da Teddy Mayer e già nel 1974, grazie alla splendida McLaren M23 decorata con quella livrea Marlboro che sarebbe divenuta iconica e a un pilota di immenso talento quale Emerson Fittipaldi, conquista il suo primo titolo iridato sconfiggendo un mostro sacro come la Ferrari.

Nel 1976 il bis iridato grazie a James Hunt in una stagione diventata anche un film cinematografico: Rush. Il pilota inglese, velocissimo ma dal carattere ribelle, riuscì ad avere la meglio su Niki Lauda nell’ultimo appuntamento della stagione complice il tremendo incidente patito dall’austriaco sul tremendo tracciato del Nurburgring.

Sono gli anni ’80, tuttavia, a segnare il definitivo salto di qualità della McLaren. Il team viene ora guidato da Ron Dennis, ed il nuovo manager della scuderia è un perfezionista che non ammette sbagli. Il livello tecnico viene elevato a livelli mai visti prima e grazie alla collaborazione di John Barnard – geniale progettista inglese – la McLaren nel 1981 presenta la prima monoposto dotata di telaio in fibra di carbonio.

Niki Lauda nel 1984 conquista il suo terzo e ultimo iride al volante della MP4/2 imitato l’anno successivo da Alain Prost, ma è verso la fine degli anni ’80, tra il 1988 ed il 1989, che la McLaren entra nella leggenda della Formula 1 grazie alla sua coppia di piloti: Senna e Prost. La rivalità tra i due sarà feroce e culminerà in scontri fratricidi in pista per la conquista del mondiale.

Da Senna vs Prost alla Spy Story

Conclusa l’esperienza Senna, la McLaren dovrà attendere sino al 1998 per tornare a fregiarsi del titolo iridato. Spetterà a Mika Hakkinen laurearsi campione del mondo sconfiggendo nell’ultima gara della stagione Michael Schumacher e la Ferrari. Il finlandese, poi, si ripeterà anche l’anno successivo avendo la meglio però su Eddie Irvine, diventato capitano della Rossa dopo la frattura alla gamba rimediata dal tedesco a Silverstone.

Gli anni 2000 hanno visto la McLaren faticare ad imporsi, complice anche l’inarrestabile striscia di successi di Schumacher e della Ferrari. Sarà Lewis Hamilton l’uomo che riporterà l’iride nel 2008 – l’ultimo – dopo aver sfiorato la conquista del Mondiale nell’anno del debutto (il 2007). La gioia di quella vittoria resta comunque macchiata da quanto accaduto proprio nel 2007 per la vicenda Spy Story conclusa con una sonora multa inflitta dalla FIA di ben 100 milioni di dollari e l’azzeramento di tutti i punti nella classifica costruttori.

Dopo il 2008 la McLaren non è più riuscita ad imporsi. Qualche vittoria di tappa, ma soprattutto molte delusioni hanno caratterizzato gli anni della Formula 1 turbo-ibrida. Soltanto nel 2021 Daniel Ricciardo è riuscito a porre fine ad una astinenza da vittorie che si protraeva dal 2012, e quest’anno Lando Norris ha ottenuto il suo primo successo in Formula 1 nel GP di Miami confermando l’ottimo stato di forma del team inglese.

Le vetture stradali

Se la McLaren è nota al grande pubblico per i successi in Formula 1, gli appassionati di auto sono consapevoli di quale capolavoro abbia creato la Casa inglese tra le vetture stradali. La McLaren F1 è stata un’automobile simbolo degli anni ’90 in grado di mostrare al mondo la superiorità tecnica del brand britannico.

Progettata da Gordon Murray e dotata di un poderoso motore V12 firmato BMW in grado di erogare la bellezza di 627 CV, la McLaren F1 ha ottenuto nel 1998 il record come auto più veloce del mondo facendo registrare la velocità massima di 386,7 Km/h. Un valore incredibile per quegli anni che soltanto molto tempo dopo sarebbe stato superato dalla Bugatti Veyron.

Nel 2011 la Casa è tornata a produrre vetture stradali realizzando la McLaren MP4-12C, supercar il cui obiettivo dichiarato era quello di pestare ai piedi alla Ferrari nel suo territorio di caccia. Nel corso degli anni la gamma si è ampliata ed oggi sono numerosi i modelli presenti in listino in grado di stuzzicare la curiosità di appassionati e collezionisti. Se siete tra questi ultimi avete tutta la nostra ammirazione.