Auto, auto e ancora auto. I dati pubblicati da ISTAT mostravano nel 2022 come le automobili fossero il mezzo più utilizzato per spostarsi da casa al lavoro. Secondo l’istituto di statistica, nell’anno precedente il 76,4% delle persone nel nostro Paese usava se ne serviva per raggiungere la sede di lavoro: oltre tre quarti del totale della popolazione complessiva.
Gli italiani, che avevano un lavoro vicino a casa e che sceglievano di spostarsi a piedi, erano invece il 12,3% mentre il 10,5% ricorreva al bus, il 3,3% allo scooter e solo il 3,3% si spostava con il mezzo meno inquinante in assoluto: la bici. Ma in quali Regioni d’Italia c’erano più auto ogni 1.000 abitanti? E quali erano i dati europei? Andiamo a scoprirlo.
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Italia seconda in Europa per immatricolazioni
Partiamo con un primo dato. La nazione con il maggior numero di nuove targhe in Unione Europea era la Germania, con oltre 53 milioni di immatricolazioni. Al secondo posto trovavamo il nostro Paese: lungo la penisola il totale di auto immatricolate nel 2020 era stato pari a 44.908.390. Un dato in crescita rispetto ai 42.842.641 del 2016 e che ci poneva davanti alla Francia, che raggiungeva valori analoghi, e alla Spagna dove le registrazioni nel 2020 risultavano 30 milioni. Le prime regioni in Europa per numero assoluto facevano parte proprio della Germania e dell’Italia. La Baviera aveva, per esempio, oltre 9 milioni e 300 mila auto immatricolate; la Lombardia quasi 7 milioni.
Il record di auto ogni 1.000 abitanti
Ma quali erano le 10 regioni in Europa con i tassi di motorizzazione più elevati? Al netto dei valori assoluti, legati al numero di abitanti e che vedevano la Lombardia primeggiare, la Valle d’Aosta, la Provincia autonoma di Trento e quella di Bolzano erano i territori con la maggiore concentrazione ogni 1.000 abitanti. Il dato della Valle d’Aosta era di gran lunga quello più alto in Europa: 1.787 unità. Quasi 2 per ciascun residente.
A seguire trovavamo la Provincia autonoma di Trento con 1.285 e quella di Bolzano con 871. Tra le prime 10 in Europa figuravano pure l’Umbria e il Molise, rispettivamente a quota 747 e 732. Viceversa, si collocava nei bassifondi della classifica la città di Berlino. Nella capitale della Germania, erano 333 ogni 1.000 persone. Chiudeva la graduatoria la francese Mayotte, arcipelago dell’Oceano Indiano, con 72.
I dati appena indicati non dovevano, comunque, confondere, perché nel Belpaese rimaneva un serio problema, in grado di ripercuotersi sulla sicurezza stradale: l’età elevata del parco circolante. Il reddito medio, inferiore rispetto alle realtà più fiorenti nel Vecchio Continente, frenava il rinnovamento, un fenomeno fisiologico e indispensabile. Al di là di questioni comunque importanti quali il design e la potenza del motore, le ultime uscite hanno il pregio di introdurre sistemi ausiliari alla guida (ADAS) sempre più avanzati.
Ciò dipende pure dalle direttive emanate dall’Unione Europea, che ha, ad esempio, reso obbligatorio il limitatore automatico di velocità, a partire dal mese di luglio del 2024. Il tutto per avvicinarsi all’ambizioso obiettivo delle zero vittime della strada entro il 2050. Ma la transizione elettrica e il bisogno di adeguarsi pure alle stringenti normative sulle emissioni costringe i player di settore ad alzare i prezzi di listino.