Le Ferrari dei narcos diventano auto ufficiali della Polizia

In una retata che ha portato a centinaia di arresti, la Polizia turca ha sequestrato anche delle Ferrari, per un valore complessivo di 3,5 milioni di euro

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Immaginate una volante della Polizia che sfreccia a sirene spiegate, ma mica un’utilitaria qualunque, quanto semmai una fiammante Ferrari 458 Italia, pronta a “bruciare” l’asfalto. Sembra un sogno, ma è la realtà in Turchia, dove le Forze dell’Ordine hanno recentemente acquisito una flotta di supercar extralusso sequestrate alla criminalità organizzata.

Un parco auto da favola

Le meraviglie del Cavallino Rampante vengono aggiunte al parco macchine, che adesso pullula di autentici bolidi. Nel lotto figurano, infatti, pure una Bentley Continental GT, una Porsche Taycan Turbo S, un’Audi RS6, una Volkswagen Golf R e SUV di conclamata potenza, dalla Mercedes GLS alla Range Rover Sport, per un valore complessivo di 3,5 milioni di euro.

Vien naturale interrogarsi su come sia stato possibile accaparrarsi le vetture in questione. La risposta è molto più semplice di quanto venga da credere: tramite la confisca ai narcotrafficanti. In un post sui social, lo ha svelato il ministro degli Interni locale, Ali Yerlikaya: “A seguito delle operazioni di successo contro le organizzazioni criminali, 23 veicoli sono stati sequestrati e, su decisione del tribunale, consegnati alla nostra polizia”.

“In seguito alla decisione del tribunale – ha proseguito il ministro questi veicoli sono stati consegnati alla nostra polizia. D’ora in poi, non apparterranno più alle organizzazioni criminali, saranno a disposizione della nostra polizia e al servizio della nostra nazione”. Ad accompagnamento delle parole, le foto ritraenti dei modelli ad alta cilindrata.

I primi dettagli della cattura

Stando alle prime informazioni trapelate, le supercar appartenevano a un’unica organizzazione criminale, capitanata dal narcotrafficante australiano di origine turca Hakan Ayik, residente a Istanbul. Arrestato di recente nel Paese europeo insieme ad altri 36 membri del Comanchero Motorcycle Club, aveva un conclamato debole nei confronti delle belle auto, tra cui alcuni esemplari della Ferrari.

Il giro d’affari da miliardi di dollari gli ha permesso di accumulare un’immensa fortuna, beffardamente ora sottratta da quelli che considerava i suoi acerrimi nemici. Stando a quanto riferisce Reuters, avrebbe inconsapevolmente aiutato l’FBI ad arrestare centinaia di componenti della gang di motociclisti australiani, utilizzando un’app gestita dal Federal Bureau. Su di lui pendono delle gravi accuse, anche di omicidio colposo in diversi Paesi, compresi gli Stati Uniti.

I malviventi faranno ancora più fatica a sfuggire alle grinfie della Polizia, che manda un segnale forte e chiaro anche alla popolazione. I beni confiscati possono essere riutilizzati per il bene comune, e per diffondere il messaggio la refurtiva sarà pure esposta ad eventi promozionali e di sensibilizzazione.

La polizia turca non è la prima a servirsi di supercar confiscate. In Italia, ad esempio, la Polizia Stradale ha Lamborghini Huracán e Gallardo donate, di loro spontanea volontà, da privati cittadini. La Huracán ha peraltro permesso di salvare delle vite, come quando ha trasportato un rene alla velocità di 230 km/h.

L’iniziativa turca è comunque un esempio di cosa voglia dire trasformare simboli di ricchezza e di ostentazione in mezzi utili a salvaguardare il bene comune. Complessivamente, il Dipartimento di Polizia di Istanbul avrà da adesso in poi a disposizione 1.573 nuovi veicoli, che saranno usufruibili dagli agenti nell’espletamento dei propri incarichi.