Stop auto benzina e diesel, la clausola di revisione sostenuta dai Paesi Ue

L'Italia ci prova con la proposta del ministro Urso, ma non tutti in Europa sono convinti nell'attivare anticipatamente la clausola di revisione per lo stop

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Luca Bucceri

giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano. Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e dei motori, scrive anche di attualità ed economia.

Pubblicato: 30 Settembre 2024 14:55

La proposta dell’Italia di anticipare la clausola di revisione per lo stop alle auto a benzina e diesel fa discutere. Il bando delle endotermiche, fissato oggi al 2035, è ricco di interrogativi tanto che il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si è battuto in prima persona per far ripensare l’Ue sul procedimento, cercando di portare a sé quanti più Paesi del Consiglio Competitività per arrivare all’attivazione anticipata della clausola dal 2026 al 2025. E anche questo passaggio, nonostante le dichiarazioni della guida del Mimit, porta con sé diversi dubbi, con i conti che non tornerebbero.

Urso e il summit a Bruxelles

Come vi abbiamo raccontato negli scorsi giorni, il ministro italiano Adolfo Urso si è fatto portavoce delle intenzioni dell’Italia di chiedere l’attivazione anticipata della clausola di revisione del bando delle endotermiche. Quando fu firmato l’accordo, infatti, i Paesi dell’Ue avevano preso l’accordo di rivedersi per discutere sul da farsi in base all’evoluzione dello stato delle cose, con l’appuntamento dato al 2026.

Visto come procede il settore dell’automotive, dal Mimit e dal governo italiano stesso è arrivata la proposta di un’accelerata sulla revisione, con Urso che ha deciso di proporre l’incontro nel 2025. Una revisione che, però, deve essere appoggiata da quanti più Paesi possibili.

I favorevoli

Rientrato da Bruxelles, il ministro aveva annunciato di avere dalla sua diversi Paesi del Consiglio. Ma quali? La guida del Mimit aveva sottolineato di avere il parere favorevole di Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia e Repubblica Ceca.

Urso aveva anche evidenziato discorsi ben auspicanti con Spagna e Germania, così come con Austria e Olanda che sarebbero pronte ad appoggiare la richiesta italiana.

“C’è una maggioranza sufficiente di Paesi pronti a chiedere, attraverso il rapporto che stiamo preparando, che la clausola di revisione – attualmente fissata per la fine del 2026 – venga esercitata prima”, ha specificato Urso che ha sottolineato che la proposta d’anticipo è per “la prima metà del 2025″.

I contrari o dubbiosi

Diversa, invece, la partita su altri fronti, per esempio quello tedesco. La Germania, infatti, pare non abbia dato parere ampiamente favorevole, anzi. Robert Habeck, omologo di Urso, ha infatti appoggiato le richieste italiane dell’allentamento dei limiti, ma il segretario all’Economia tedesco Sven Giegold, prima di entrare al Consiglio, ha parlato di “malintesi che devono essere chiariti”, perché Berlino “non vuole indebolire le normative sul clima”, ritiene “cruciali i target di riduzione” e non intende sostenere i biocarburanti”.

Urso ha però replicato nell’immediato alla Germania, spiegando che “Habeck ha ribadito che per loro l’obiettivo del 2035 deve rimanere l’obiettivo principale, il loro fiore all’occhiello. In effetti, stiamo parlando di un percorso che potrebbe mantenere quell’obiettivo, ma anche creare le condizioni per raggiungerlo”

Stesso pensiero per Francia, Svezia Polonia e Spagna, che hanno un certo peso nel Consiglio. Dubbi e perplessità che potrebbero far arenare i progetti italiani e che, a oggi, vedono l’Ue spaccata sulla questione. Quel che è certo è che, col 2025 alle porte, il piano di revisione dovrà comunque essere studiato nel dettaglio per arrivare al raggiungimento dell’obiettivo, ovvero quello di rimandare quanto più in là possibile lo stop all’endotermico che oggi, guardando il mercato, continua a essere la scelta preferita dei consumatori.