Aumentano le collaborazioni tra Case automobilistiche e aziende del settore automotive, per portare sul mercato nuove tecnologie e rafforzare la propria posizione. Va letta in questa chiave la collaborazione tra Toyota ed Eni, che hanno investito nella mobilità a idrogeno annunciando una stazione di rifornimento per auto a celle combustibile. Stessa chiave di lettura per la collaborazione tra Michelin e General Motors che, nel corso dell’evento Movin’On, hanno tolto nel 2019 i veli a Uptis, lo pneumatico del futuro.
A prova di foratura
Acronimo di Unique puncture-proof Tire system, letteralmente ‘Pneumatico a prova di foratura‘, Uptis è frutto di un lungo e certosino lavoro di ricerca portato avanti dai due colossi del mondo automotive. La gomma dovrebbe arrivare in commercio entro la fine del 2024, ma già dal 2020 è stato messo a dura prova da una flotta di Chevrolet Bolt EV lungo le strade del Michigan (negli Stati Uniti).
Ma che cos’ha di così speciale, questa gomma per automobili? A dir la verità, basta uno sguardo per accorgersi che non si tratta di un modello come gli altri. Uptis è airless, ossia privo di camera d’aria e, proprio per questo, resistente agli inconvenienti che invece possono sgonfiare le gomme ad aria compressa. Tanto per fare un esempio,può transitare su più oggetti appuntiti senza il rischio di forare. Insomma, uno pneumatico indistruttibile, o quasi.
Minor impatto ambientale
Uptis, inoltre, strizza l’occhio all’ambiente e alla sostenibilità. Realizzato con stampanti 3D sfruttando tecnologie di manifattura additiva e materiali riciclati, Uptis garantisce una durata maggiore rispetto agli pneumatici oggi in commercio. Trattandosi di una gomma anti-foratura e anti-scoppio, consentirebbe agli automobilisti di circolare senza ruota di scorta e senza timore di restare appiedati in caso di foratura.
In questo modo, inoltre, sarà possibile garantire un minor impatto ambientale: secondo il produttore francese, ogni anno 200 milioni di pneumatici vengono rottamati precocemente a causa di incidenti o problemi strutturali. Con Uptis, invece, sarà possibile evitare un doppio danno ambientale: per realizzarli saranno necessarie meno materie prime e non si presenterà il problema dello smaltimento delle gomme. Non solo: secondo i dati diffusi dai tecnici, la gomma può essere ricostruita 5 o 6 volte una volta arrivata a fine ciclo vita, contro le 2 o 3 ricostruzioni consentite dalle gomme finora montate dalle automobili.
“E’ ora di agire – ha dichiarato alla presentazione Florent Menegaux, CEO del Gruppo Michelin – e passare dalle proposte alle azioni. “Nel 2017 avevamo svelato Vision. Ora Vision diventa una tecnologia realista, che potrà essere utilizzata per una gomma da produrre in serie, il sistema ruota-battistrada Uptis. Uptis dimostra che la visione di Michelin per un futuro di mobilità sostenibile è chiaramente un sogno realizzabile. Attraverso il lavoro con partner strategici come GM, che condividono le nostre ambizioni di trasformare la mobilità, oggi possiamo cogliere il futuro”.
Eric Vinesse, Vicepresidente Esecutivo di Ricerca e Sviluppo di Michelin, ha aggiunto: “Con Michelin Uptis, siamo in grado di offrire una soluzione che non solo migliora la sicurezza degli automobilisti, ma riduce anche l’impatto ambientale grazie alla diminuzione del numero di pneumatici scartati”.