Conclave dopo Papa Francesco, chi sono i 15 favoriti da Parolin a Tagle e quali sono le loro posizioni

Chi sono i 15 cardinali favoriti per succedere a Papa Francesco in questo Conclave e quali sono le loro posizioni

Pubblicato:

Il Conclave per eleggere il successo di Papa Francesco è iniziato mercoledì 7 maggio e i cardinali favoriti sono diversi. In tutto sarebbero 15 (su 133 elettori). I nomi più caldi vanno da Pietro Parolin e Matteo Maria Zuppi a Pierbattista Pizzaballa e Luis Antonio Tagle, ma non mancano anche gli outsider, tra cui Cristobal Lopez Romero.

Chi sono i cardinali progressisti favoriti

  • Matteo Maria Zuppi: in linea con Francesco, è pastore e diplomatico, è incaricato della missione di pace tra Russia e Ucraina
  • Mario Grech: l’uomo di Francesco al Sinodo per la Chiesa del cambiamento, difensore delle unioni civili tra persone omosessuali, comunque contrario all’aborto
  • Jean-Marc Aveline: francese nato in Algeria, apprezzato da Bergoglio, ha accolto i migranti e promosso il dialogo coi musulmani

Chi sono i papabili conservatori

  • Raymond Leo Burke: tensioni pubbliche con Francesco, è quasi morto a causa del Covid nel 2021, convinto di essere stato salvato da Dio per un futuro ancora da compiere
  • Robert Sarah: contrario a qualsiasi apertura per i fedeli omosessuali, difende il celibato, oppositore di Bergoglio
  • Gerhard Ludwig Müller: tedesco, si oppone fermamente al diaconato femminile e alla modifica del celibato sacerdotale, spesso ha esternato riserve sul pontificato di Bergoglio
  • Péter Erdo: ungherese, contrario alle aperture su divorziati e gay

cardinali elettoriANSA
Tutti e 133 i cardinali elettori

Chi sono i cardinali moderati favoriti

  • Anders Arborelius: svedese, in sintonia con Francesco sui migranti, anche nei confronti dei musulmani
  • Pierbattista Pizzaballa: francescano, noto per la sua sobrietà, lucidità e schiettezza. Parla correttamente italiano, inglese, ebraico e arabo. Rappresenterebbe una svolta storica, essendo residente a Gerusalemme, simbolo del martirio cristiano, della riconciliazione tra popoli e della Chiesa delle periferie tanto cara a Francesco. Secondo gli esperti, però, sarebbe “troppo giovane” (60 anni appena compiuti)
  • Pietro Parolin: segretario di Stato, lontano dagli estremismi ideologici, esperto di questioni mediorintali e asiatiche (suo l’accordo con la Cina)
  • Francis Prevost: americano, potrebbe unire diverse sensibilità all’interno della Chiesa. Laureato in matematica, è attento a ecologia, poveri e migranti. Più cauto nell’approccio alla comunità LGBTQIA
  • Luis Antonio Tagle: filippino, pop, descritto come il Francesc0 d’Asia

Chi sono gli outsider

  • José Tolentino: portoghese di 59 anni, unisce sensibilità letteraria, impegno progressista e visione ecclesiale moderna
  • Ángel Fernández Artime: noto per il legame stretto che ha avuto con Papa Francesco, ha definito “disumane” le politiche anti-migratorie e ha contestato l’idea che l’immigrazione costituisca una minaccia alla sicurezza. Ha sostenuto la posizione di Bergoglio sulla guerra in Ucraina
  • Cristobal Lopez Romero: spagnolo, sostenitore del dialogo tra cristiani e musulmani, ha lodato Papa Francesco per aver dato priorità al dialogo stesso, nonostante le critiche da alcuni settori della Chiesa