Delitto di Garlasco, tornano i vestiti "sporchi di sangue" trovati nel canale: l'esito delle analisi del Ris
Qual è la vera storia dei vestiti "sporchi di sangue" rinvenuti dopo il delitto di Garlasco? Ecco i risultati delle analisi dei Ris nel 2007
Alcuni giorni dopo il delitto di Garlasco un agricoltore aveva trovato un sacchetto contenente alcuni vestiti presumibilmente sporchi di sangue nelle acque di un canale. Un rinvenimento inquietante e che più volte è stato messo in relazione con l’omicidio della 26enne. Quegli indumenti furono analizzati dai Ris su disposizione dell’allora sostituto procuratore Rosa Muscio, e gli esperti negarono la presenza di materiale ematico.
- I vestiti "sporchi di sangue" nel canale
- I risultati dei Ris
- Il collegamento con il delitto di Garlasco
I vestiti "sporchi di sangue" nel canale
In un servizio mandato in onda mercoledì 28 maggio da Mattino Cinque l’inviato Emanuele Canta ha incontrato Cristina Bernardi, la moglie dell’agricoltore Massimo Bernardi che il 22 agosto 2007 – nove giorni dopo il delitto – insieme al collega Diego Portinari rinvenne un sacchetto di indumenti in un canale che collegava Sairano alla località Villanova lungo una strada comunale nota come "Strada del Cucu".
Cristina Bernardi ha raccontato a Canta che quella mattina stava lavorando nei campi con il marito quando un sacco di cellophane ha attirato la sua attenzione.
Inizialmente la donna ha pensato che all’interno vi fosse un animale morto, ma poi ha aperto quel sacchetto e al suo interno vi ha trovato degli indumenti usati.
In alcune parti del tessuto, tuttavia, erano presenti delle macchie rosse. Per questo la donna ha chiamato le forze dell’ordine. Intorno alla vicenda sono state esposte tante teorie, ma la verità è già nota dal 2007 dopo l’intervento dei Ris su disposizione della Procura di Vigevano.
I risultati dei Ris
Recentemente la redazione di Darkside è tornata sulla vicenda in due tempi: un articolo e un video. Nell’articolo, firmato da Gianluca Zanella, vengono mostrate le foto inedite e viene spiegato che in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 29 agosto 2007 era riportata un’intervista a Cristina Bernardi.
La donna, si leggeva, aveva assistito al ritrovamento del sacchetto di plastica all’interno del quale erano presenti tre paia di pantaloni da uomo e uno "da bambina", simili a pinocchietti, oltre a due canottiere e un paio di scarpe. Il canale all’interno del quale giaceva l’involucro era alimentato dal Cavo delle Brie – scrive Darkside – che passava accanto a via Pascoli, dove al civico 8 era stata uccisa Chiara Poggi. La data del rinvenimento (il 22 agosto) e il dettaglio del Cavo delle Brie portarono l’opinione pubblica e la stessa Bernardi a collegare il sacchetto con il delitto di Garlasco.
La segnalazione arrivò a Rosa Muscio, allora titolare dell’inchiesta sul delitto di Garlasco, che dispose accertamenti da parte dei Ris. Nell’articolo di Darkside firmato da Zanella si legge che il Reparto Investigazioni Scientifiche arrivò alle sue conclusioni il 16 novembre 2007 dopo aver esaminato i reperti con il luminol e il combur test. I risultati diedero esito negativo: le tracce presenti sugli indumenti rinvenuti nel canale non erano sangue.
Il collegamento con il delitto di Garlasco
Come riferito, a collegare quel ritrovamento con il delitto di Garlasco – almeno da parte dell’opinione pubblica – erano state due coincidenze: la prima relativa alla data – 22 agosto – la seconda alla natura, dato che il canale era alimentato da un altro canale che passava proprio a Garlasco, in via Pascoli.
Ad escludere, invece, un collegamento con la morte di Chiara Poggi furono l’intensità e la morfologia di quelle macchie rossastre: tali macchie erano di dimensione ridotta mentre il killer della 26enne, vista la quantità di sangue presente in casa Poggi e sul corpo della ragazza, avrebbe dovuto avere gli indumenti imbrattati.
Inoltre, la suola delle scarpe presenti all’interno del sacchetto non corrispondeva a quella attenzionata dagli inquirenti durante i rilievi nella villetta di via Pascoli 8.
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