Garlasco, perché sul dna nella bocca di Chiara Poggi non ci furono altre analisi: la spiegazione di Garofano

Il motivo per cui il dna maschile presente in bocca a Chiara Poggi è stato rinvenuto solo adesso, secondo il generale Garofano

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L’ultima novità nella riaperta indagine sul caso Garlasco è quella riguardante la presenza di tracce di dna maschile ignoto sul tampone orale effettuato nella bocca del cadavere di Chiara Poggi nelle prime indagini dopo l’omicidio. Il perché tale campione non sia mai stato analizzato in precedenza lo spiega il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, e la sua risposta viene considerata “clamorosa” dalla stampa.

Il dna nella bocca di Chiara Poggi

Nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, in cui risulta indagato Andrea Sempio, è stata svolto un nuovo esame sul dna trovato nel cavo orale della vittima.

La prima notizia è stata quella della scoperta di un dna maschile ignoto rinvenuto nella bocca di Chiara Poggi.

Svolta nel caso GarlascoANSA
Luciano Garofano

In seguito, fonti coinvolte nell’incidente probatorio, hanno lasciato intendere che il dna non sia ignoto ma corrispondente a quello di Marco Ballardini.

Ballardini è l’assistente del medico legale che operò nelle prime indagini dopo il ritrovamento del corpo della vittima.

Della questione si è parlato anche a Quarto Grado, nella puntata in onda su Rete 4 nella serata di venerdì 11 luglio.

Luciano Garofano: “Non risultano novità”

Perché le analisi sul dna maschile sono state svolte soltanto adesso? A rispondere, nel corso della trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi è Luciano Garofano.

“Cercavamo un uomo, quindi cerchiamo del liquido seminale” ha raccontato l’ex comandante dei Ris di Parma riferendosi ai primi giorni di indagine.

La ricerca di liquido seminale dette risultato negativo e, per questo motivo, si decise di “non effettuare ulteriori analisi sul dna”.

In attesa delle seconde analisi sul campione Garofano, oggi consulente esterno di Andrea Sempio, non considera “questi risultati eclatanti, assolutamente no”.

Il secondo esame, presumibilmente, confermerà i risultati del primo, per questo motivo il generale afferma che “a me queste novità non mi risultano”.

Per Carmelo Abbate fu un “errore clamoroso”

Presente alla puntata di Quarto Grado dedicata al caso Garlasco anche il giornalista e saggista Carmelo Abbate.

Abbate si è dimostrato di tutt’altra opinione rispetto al generale Garofano, secondo lui, la presenza di dna ignoto rappresenta una “notizia clamorosa”.

Mentre fu, commenta il giornalista, “un errore clamoroso” non effettuare indagini sui campioni rinvenuti nella bocca della vittima.

Secondo Abbate, la presenza di un terzo dna scagionerebbe Alberto Stasi (giudicato colpevole dell’omicidio della fidanzata): “C’era un’altra persona e non è Stasi”.

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