Immigrati regolari espulsi dall'Italia per terrorismo, l'accusa è archiviata e ora vogliono 2 milioni di euro

4 immigrati espulsi per terrorismo, reato poi archiviato, chiedono 2 milioni di euro come risarcimento. Persero lavoro e furono allontanati dai cari

Pubblicato:

Tre lavoratori marocchini e un tunisino, titolari di permesso di soggiorno e contratti a tempo indeterminato, furono espulsi dall’Italia nel luglio 2022 per un’accusa di terrorismo poi archiviata. Di fatto rimpatriati senza sostentamento e separati dai figli minorenni, ora chiedono allo Stato un risarcimento di 2 milioni di euro.

L’espulsione per terrorismo

Nel luglio 2022, le forze dell’ordine eseguirono il rimpatrio coatto di quattro nordafricani, dopo la revoca dei loro permessi di soggiorno. La ministra Lamorgese aveva firmato i decreti basandosi su un’ipotesi di reato mai confermata.

I quattro, fino a quel momento integrati nel mercato del lavoro italiano con contratti a tempo indeterminato, furono rimandati nel paese d’origine senza alcuna forma di sostentamento.

ImmigratiANSA
Immigrati espulsi

Furono obbligati a lasciare mogli e figli, tutti minorenni, privi del reddito familiare e del supporto genitoriale.

L’archiviazione

Dopo la sofferenza, il Tribunale di Perugia ha dichiarato “insussistente l’accusa di terrorismo” e ha archiviato il procedimento. Nel frattempo le loro famiglie hanno dovuto affrontato gravi difficoltà economiche e psicologiche.

“Lo Stato deve riconoscere e ammettere quando sbaglia“, dichiara l’avvocato Hilarry Sedu, che rappresenta i quattro. Nella richiesta inviata al Viminale si sottolinea come i minorenni “dipendessero interamente dai redditi dei genitori già integrati nel contesto sociale italiano” e di come questo “grave errore giudiziario abbia cagionato gravissimi danni patrimoniali e non patrimoniali”.

Verso il risarcimento

Ora i quattro cittadini nordafricani rivolgono allo Stato una richiesta di risarcimento. Il valore è pari a 2 milioni di euro, considerando anche quanto già detto: i danni economici e non solo alle loro famiglie.

Sedu spiega che l’obiettivo non è solo di tipo economico, ma c’è anche la necessità anche ripristinare la fiducia dei minori nella società che li ha visti crescere.

“Bisogna evitare che non crescano con risentimento verso la bandiera italiana – ha spiegato -, per non ripetere le tragedie delle banlieue francesi”. Al centro della vertenza c’è il principio secondo cui lo Stato deve tutelare l’integrità delle vite familiari anche quando si verifica un errore nelle indagini.

immigrati-espulsi-terrorismo-italia-1 IPA