La sorella di Giulia Tramontano svela che i genitori apparecchiano ancora per lei: "Non vogliamo dimenticare"
Nel suo libro e nei ricordi quotidiani, Chiara Tramontano racconta l’assenza della sorella Giulia e il dolore che continua a segnare la loro famiglia
A quasi due anni dal femminicidio di Giulia Tramontano, la sorella Chiara racconta il dolore quotidiano di una famiglia distrutta, dove ogni gesto continua a evocare la sua assenza. A casa, i genitori apparecchiano ancora per cinque, lasciando vuoto il posto di Giulia, come atto di memoria e resistenza al tempo.
- La memoria di Giulia Tramontano nel dolore dei suoi cari
- Un libro per Giulia
- Giustizia, dolore e una nipote chiamata Giulia
La memoria di Giulia Tramontano nel dolore dei suoi cari
“Non vogliamo dimenticare”, dice in un’intervista al Corriere della Sera Chiara Tramontano, sorella minore di Giulia, uccisa brutalmente il 27 maggio 2023 dall’allora compagno Alessandro Impagnatiello.
Oggi vive in Olanda, ma ogni volta che torna a Napoli, trova sempre lo stesso posto vuoto a tavola, tra lei e il fratello: quello di Giulia. Un rituale doloroso, quotidiano, che non ha mai perso significato.
Fonte foto: ANSA
Alessandro Impagnatiello
Nel ricordare quei giorni, Chiara parla di un senso di colpa che non abbandona: “Se mi fermo, penso, e pensare è un tormento. Se rido, mi sembra di tradirla”.
Un libro per Giulia
Chiara ha pubblicato un libro, Non smetterò mai di cercarti (Cairo Editore), per raccontare Giulia con amore e verità. Una ragazza sensibile, altruista, determinata: voleva costruire una famiglia, anche da sola, se necessario. Aveva scelto di restare a Milano nonostante le difficoltà, senza mai chiedere aiuto.
Il libro è anche un tentativo di elaborare il lutto: “L’unico perdono che concederò è a me stessa”, dice Chiara, che ricorda come l’ultimo mese tra le due fosse stato segnato da un litigio.
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Aveva messo in guardia Giulia su quella relazione tossica, ma la sorella aveva deciso di tentare un’ultima riconciliazione, accettando un viaggio a Ibiza con l’uomo che l’avrebbe poi uccisa.
Giustizia, dolore e una nipote chiamata Giulia
Il processo si è concluso il 25 novembre 2024 con l’ergastolo per Impagnatiello, ma il dolore è rimasto intatto. “Siamo tornati da Milano senza mia sorella, proprio come quando ci eravamo andati”.
La partecipazione dell’assassino alle udienze è stata, per la famiglia, una ferita aggiuntiva: “Ci siamo sfiorati, l’ho guardato, ma lui ha tenuto gli occhi bassi”.
Oggi, un piccolo spiraglio si è aperto con la nascita di Giulia, figlia del fratello.
Chiara non esclude un ritorno in Italia: “So cos’è la felicità perché l’ho persa. E da mia sorella ho imparato a essere più umana. Oggi sono al 60% me stessa, al 40% Giulia”.
