Omicidio di Sharon Verzeni, Sangare fa infuriare il pm provando a interromperlo: "Deve stare zitto"
Tensione in aula tra Moussa Sangare e il sostituto procuratore Marchisio: cos'è successo durante il processo per l'omicidio di Sharon Verzeni
“Sangare, lei deve stare zitto”, lo ha tuonato in aula il pm Emanuele Marchisio. Durante la sua requisitoria Moussa Sangare, a processo con l’accusa di omicidio nei confronti di Sharon Verzeni, ha bofonchiato qualcosa come nel tentativo di interrompere il suo intervento. Marchisio non glielo ha concesso: “Ha già parlato fin troppo. Ora parlo io”. L’accusa ha chiesto l’ergastolo per il 30enne per omicidio pluriaggravato dalla minorata difesa, dalla premeditazione e dai futili motivi.
- Le tensioni tra Moussa Sangare e il pm Marchisio
- Il sostituto procuratore ha chiesto l'ergastolo
- L'omicidio di Sharon Verzeni
Le tensioni tra Moussa Sangare e il pm Marchisio
Martedì 16 dicembre presso la Corte d’Assise di Bergamo il sostituto procuratore Emanuele Marchisio ha chiesto l’ergastolo per Moussa Sangare, il 30enne originario del Mali che la notte del 30 luglio 2024 avrebbe ucciso Sharon Verzeni a Terno d’Isola mentre la donna era uscita a camminare.
Secondo l’accusa contro l’imputato ci sono “elementi che si intrecciano in maniera logica e ci consentono di escludere qualsiasi altra pista” che inevitabilmente gli inquirenti avevano considerato, da quella famigliare a quella passionale, compreso un improbabile coinvolgimento di Scientology.
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Nessuna ombra è emersa nella vita della donna, messa sotto la lente del microscopio da parte degli investigatori. “Nulla. La vita di Sharon era tranquilla, normale, senza ombre”, ha detto Marchisio. E mentre quest’ultimo tracciava gli spostamenti della donna e di Sangare tra Terno d’Isola e Chignolo d’Isola, l’asticella della tensione ha raggiunto il suo apice.
Repubblica scrive che infatti dal banco degli imputati Sangare ha iniziato a rumoreggiare, ma il suo tentativo di interrompere il sostituto procuratore è stato subito disinnescato: “Sangare, lei deve stare zitto, ha già parlato fin troppo. Ora parlo io”.
Il sostituto procuratore ha chiesto l’ergastolo
La requisitoria del sostituto procuratore Emanuele Marchisio è durata circa tre ore e mezza, al termine delle quali ha chiesto per Moussa Sangare l’ergastolo per il reato di omicidio pluriaggravato dalla minorata difesa, dalla premeditazione e dai futili motivi.
Come riporta il Corriere della Sera, secondo l’accusa l’omicidio di Sharon Verzeni è “maturato nella noia” e l’imputato “provò piacere a uccidere una ragazza che stava camminando per strada, una ragazza che con il suo compagno si stava costruendo la sua vita”. È questo il motivo della minorata difesa contestata: Sangare aveva “scelto la persona più indifesa che aveva trovato”, un dettaglio per il quale l’accusa usa la parola “vergogna”.
L’omicidio di Sharon Verzeni
I fatti risalgono al 30 luglio 2024. Sharon Verzeni, giovane barista di 34 anni originaria di Bottanuco (Bergamo), intorno alle 00:45 stava passeggiando lungo via Castegnate, a Terno d’Isola, il piccolo centro dell’isola bergamasca in cui viveva insieme al suo compagno Sergio Ruocco, idraulico di 38 anni. L’uomo stava già dormendo.
A quell’ora Sangare, che sopraggiungeva a bordo di una bicicletta, l’avrebbe notata e avrebbe deciso di ucciderla. Dopo averla sorpresa alle spalle le avrebbe inferto tre coltellate per poi darsi alla macchia. Un mese dopo, il 30 agosto, i carabinieri lo hanno identificato e interrogato. Dopo aver tentato un maldestro dribbling tra le domande incalzanti, Sangare ha infine confessato l’omicidio. Confessione che ha ritrattato tempo dopo, ma che non ha convinto l’accusa che, infine, ha chiesto l’ergastolo.
FB Sharon Verzeni / ANSA