Suicidio di una studentessa in India, si è data fuoco dopo aver denunciato il professore per molestie sessuali
Suicidio di una studentessa in India: una ragazza di 20 anni si è data fuoco dopo aver denunciato un professore per molestie sessuali
Una studentessa indiana di 20 anni è morta in seguito alle ustioni riportate dopo essersi data fuoco per protestare contro l’inerzia delle autorità universitarie e giudiziarie. La giovane, iscritta a un college nella città di Balasore, nello stato orientale dell’Odisha, aveva denunciato per molestie sessuali un professore del suo corso, ma secondo quanto emerso, nessun provvedimento sarebbe stato preso nei confronti dell’uomo.
- Suicidio di una studentessa in India
- L'autopsia e le parole del primo ministro
- La condizione delle donne in India
- La denuncia di molestie non ascoltata
Suicidio di una studentessa in India
Come riporta Ansa, il gesto estremo è avvenuto dopo giorni di silenzio istituzionale.
Trasportata in condizioni disperate all’ospedale AIIMS di Bhubaneswar, la ragazza è stata ricoverata nel reparto per ustionati in terapia intensiva e sottoposta a tutte le terapie disponibili, inclusa la rianimazione avanzata e la terapia sostitutiva renale.
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La polizia indiana indaga sul suicidio della studentessa universitaria 20enne
Nonostante gli sforzi del personale medico, è stata dichiarata clinicamente morta alle 23:46 di lunedì 14 luglio, come riferito in una nota ufficiale diffusa dall’ospedale.
L’autopsia e le parole del primo ministro
Il corpo è stato restituito alla famiglia dopo l’autopsia, e le esequie si sono svolte nel villaggio natale della giovane, nel distretto di Balasore.
Il primo ministro dell’Odisha, Mohan Charan Majhi, ha espresso il proprio cordoglio pubblicamente e promesso sostegno alla famiglia della vittima. “Nonostante ogni sforzo, non è stato possibile salvarle la vita. Prego per la sua anima e per la forza dei suoi cari”, ha dichiarato.
La condizione delle donne in India
Il caso ha riacceso il dibattito sulla condizione delle donne in India e sull’efficacia dei meccanismi di protezione previsti dalla legge.
Sebbene il PoSH Act del 2013, approvato per combattere le molestie sessuali nei luoghi di lavoro e nelle università, stabilisca l’obbligo per le istituzioni di intervenire rapidamente, nella pratica molte denunce cadono nel vuoto.
In particolare, secondo i dati più recenti da Medici senza Frontiere, il tasso di condanne per i casi di stupro riportati resta tra i più bassi al mondo, appena lo 0,3% nel 2018.
La denuncia di molestie non ascoltata
Le molestie sessuali in India restano un problema sistemico, reso ancora più grave dall’assenza di una cultura di ascolto e tutela reale delle donne.
Il gesto disperato della studentessa di Balasore, oltre a rappresentare un dramma umano, diventa un simbolo di denuncia collettiva. Uno schiaffo a un sistema che, ancora oggi, troppo spesso chiede alle vittime di sopportare in silenzio.
