Ultimatum di Trump a Putin sulla guerra in Ucraina, minaccia alla Russia su sanzioni in caso di mancata tregua
Trump accorcia l’ultimatum a Putin: 10 giorni per fermare la guerra in Ucraina, altrimenti nuove sanzioni. Nessuna risposta da Mosca
Donald Trump ha deciso di stringere i tempi. “Dieci giorni da oggi”, ha dichiarato il 29 luglio a bordo dell’Air Force One, annunciando un ultimatum ridotto a Vladimir Putin: o la Russia accetta un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina, o scatteranno nuove sanzioni, compresi dazi secondari. A tre anni e mezzo dall’inizio del conflitto, il presidente degli Stati Uniti impone una nuova scadenza.
- Ultimatum di Trump a Putin sulla guerra in Ucraina
- Tre morti a Kiev in un reparto maternità
- La posizione della Russia
Ultimatum di Trump a Putin sulla guerra in Ucraina
Come riporta Adnkronos, fino a poche settimane fa il margine lasciato a Mosca era di 50 giorni. Ora, quella che sembrava un’apertura si trasforma in pressione diretta.
“Non ho avuto nessuna risposta da Putin. È una vergogna”, ha ribadito Trump, visibilmente irritato. E ancora: “Voglio porre fine a una guerra disgustosa”.
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Bambini armati in Ucraina
Il nuovo ultimatum di Trump si intreccia con altri dossier geopolitici. Dopo aver chiuso con Bruxelles la lunga querelle sui dazi tra USA e UE, il presidente guarda ora a Pechino: un incontro con Xi Jinping è in programma “prima della fine dell’anno”.
Tre morti a Kiev in un reparto maternità
Nel frattempo, la guerra continua a divorare l’Ucraina. L’ultima notizia arriva da Kiev, dove un attacco russo ha colpito un reparto maternità, causando tre morti, tra cui una donna incinta.
È solo l’ennesimo episodio in una lunga catena di orrori, mentre sul fronte interno l’Ucraina amplia il proprio sforzo bellico, arruolando volontari over 60 per ruoli non di combattimento. Il tempo stringe, per tutti.
Nel frattempo, secondo i servizi segreti russi, Stati Uniti e Regno Unito avrebbero discusso in una località alpina una possibile sostituzione del presidente Zelensky con il generale Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra.
La posizione della Russia
Mosca, intanto, resta ferma. E inasprisce il clima interno. Una giornalista di 46 anni, Olga Komleva, è stata condannata a 12 anni di carcere per aver collaborato con il movimento di Navalny e criticato l’esercito russo.
La repressione del dissenso va avanti, alimentando una narrazione sempre più chiusa e impermeabile.
L’ultimatum di Trump, dunque, è più di una scadenza diplomatica. È un banco di prova, l’ennesimo, di una guerra che ha ormai scollinato il punto di non ritorno.
