Vannacci ha detto che "Mussolini ha fatto cose buone come l'Inps e le bonifiche": quali sono le fake news
Roberto Vannacci, sul palco in Versilia con Giuseppe Cruciani e David Parenzo, nell'elogio a Mussolini ha citato due fake news sulle presunte "cose buone"
“Benito Mussolini ha fatto cose buone“, parola di Roberto Vannacci. Il generale, ospite dello spettacolo teatrale de La Zanzara di Giuseppe Cruciani e David Parenzo in Versilia, ha elencato i classici, con qualche merito che, da sempre, viene conferito erroneamente al dittatore. Dalle pensioni alle bonifiche, le fake news in cui è incappato anche l’eurodeputato: ma ce ne sono anche molte altre, a partire dal mito della colonizzazione gentile in Etiopia, fatta in realtà a colpi armi chimiche.
- Le parole di Roberto Vannacci su Benito Mussolini
- Il falso mito delle "cose buone", dalle pensioni alle bonifiche
Le parole di Roberto Vannacci su Benito Mussolini
Domenica 20 luglio, in occasione del Festival La Versiliana a Marina di Pietrasanta, Roberto Vannacci è salito sul palco con Giuseppe Cruciani e David Parenzo, impegnati nel tour estivo nato come appendice della trasmissione La Zanzara, successo di Radio 24.
Nel suo discorso, l’eurodeputato della Lega ha rilasciato diverse dichiarazioni, su tutte quella di Putin “preferito” a Zelensky, che ha scatenato la polemica politica, o il caso di Valerij Gergiev, il cui concerto alla Reggia di Caserta è statao annullato per i suoi rapporti col numero uno della Russia.
Poi ha detto anche di preferire Winston Churchill a Benito Mussolini, perché “era un militare ed era il primo estimatore di Mussolini”, riporta Il Messaggero.
Ma, soprattutto, anche Roberto Vannacci ha tirato fuori l’elenco delle presunte cose buone fatte dal dittatore: come “la bonifica dell’Agro Pontino, ha fatto nascere Latina, ha creato l’Inps“.
Il falso mito delle “cose buone”, dalle pensioni alle bonifiche
In realtà, le “cose buone” spesso attribuite a Mussolini e al Fascismo rappresentano un falso mito, o quantomeno delle clamorose esagerazioni, come riassunto per esempio da Geopop.
Le pensioni non sono state create da Mussolini
Come facilmente riscontrabile dal sito dell’Inps, i primi sistemi pensionstici sono stati istituiti in Italia nel 1898 per i dipendenti pubblici e nel 1919 vennero estesi anche ai lavoratori del settore privato.
Il Governo fascista è iniziato il 31 ottobre 1922, col giuramento di Benito Mussolini, ed è caduto ufficialmente il 25 luglio 1943.
L’apporto del Regime è stato quello di consolidare su alcuni aspetti le misure già esistenti e, nel 1933, di trasformare la Cassa nazionale delle assicurazioni statali (Cnas) in Istituto nazionale fascista di previdenza sociale (Infps, dal 1944 diventerà Inps), ma formalmente non fu lui a creare le pensioni.
Le bonifiche
L’altro cavallo di battaglia nell’elenco delle “cose buone” è relativo alle bonifiche, ossia quei lavori per rendere abitabili i territori paludosi e malsani come ad esempio nell’Agro Pontino, nel Lazio.
Pompate dalla propaganda, in realtà le bonifiche erano iniziate prima del regime.
Il Fascismo rivendicò di aver bonificato 4 milioni di ettari (inizialmente ne aveva preventivati 8): di questi, poco meno della metà (1,5) erano stati bonificati dai governi precedenti e su altri 2 milioni i lavori non furono terminati (ci penseranno i Governi democratici dopo la caduta di Mussolini).
Eppure, nella percezione pubblica internazionale, la bonifica fu un successo: dal Recorder in Australia alla rivista britannica Spectator, dal Journal of the Royal Society of Arts fino al Times si decantava la bonifica come “un concetto che esprime un ampio spettro di sentimenti patriottici”. Persino la Review della American Geographical Society descrisse la trasformazione del paesaggio prodotta dalla bonifica come “quasi miracolosa”.
I treni in orario
I treni arrivavano in ritardo anche quando c’era lui, ma la differenza era che non se ne poteva parlare pubblicamente (come del resto il tema dei suicidi).
Colonizzazione gentile
Altro che colonizzazione gentile. La fase imperialista dell’Italia, in Africa (Libia ed Etiopia soprattutto) e Balcani (tra l’odierna Slovenia e Croazia), si macchiò di deportazioni di massa, uso di gas vietati dalle convenzioni internazionali, uccisioni sommarie di prigionieri e oppositori, massacro di civili (Addis Abeba).
