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CUCINA 30 OTTOBRE 2020

Brodo di giuggiole, da dove arriva e come fare il liquore

Sicuramente avrete sentito almeno una volta l’espressione “andare in brodo di giuggiole”, per indicare uno stato di estasi e soddisfazione per un evento lieto o una notizia particolarmente positiva: questo curioso modo di dire si basa su un’antica e squisita bevanda liquorosa, preparata con dei frutti tipici della stagione autunnale.

Le giuggiole sono i frutti dello Ziziphus jujuba, conosciuto anche con il nome di “dattero cinese”: hanno più o meno la dimensione delle olive, ma sono tondeggianti come le mele, presentano una dolce polpa gialla con retrogusto piacevolmente acidulo, ricoperta da una buccia marrone-rossastra.
Tra le loro preziose caratteristiche benefiche, si possono annoverare proprietà depurative, antisettiche e antinfiammatorie, oltre che sedative ed espettoranti in caso di mali di stagione: alcuni studi suggeriscano che consumarle aiuti anche ad abbassare il livello di colesterolo cattivo nel sangue.
Questi piccoli frutti dimenticati, coltivati quasi esclusivamente ad Arquà Petrarca, una cittadina sui Colli Euganei in provincia di Padova, sono anche molto versatili, perché si possono candire, conservare sotto spirito, ricoprire di cioccolato o trasformare in marmellate, sciroppi e, per l’appunto, nel famoso liquore dolce e gradazione alcoolica media comunemente chiamato “brodo di giuggiole”.

Questo elisir era già distillato da Fenici ed Egizi e anche lo storiografo Erodoto lo descrive come nettare inebriante ricavato da frutti dolci come datteri: per i Romani, l’albero di giuggiole era il simbolo del silenzio e si adornavano templi e case di campagna con i suoi rami, considerati dei portafortuna, mentre furono i Gonzaga a tramandarne l’uso oltre il Medioevo.

Per preparare il brodo di giuggiole in casa, dobbiamo bollire, in 2 litri d’acqua, 1 kg di frutti maturi con 1 kg di zucchero e i chicchi di 2 grappoli d’uva; lasciamo cuocere per circa un’ora rimestando spesso e poi aggiungiamo 2 mele cotogne tagliate a tocchetti e 2 bicchieri di vino bianco; appena il liquido si sarà gelificato, aggiungiamo un po’ di scorza di limone grattugiata e togliamo dal fuoco, filtrando il brodo ottenuto prima di invasarlo in barattoli o bottiglie in vetro preventivamente sterilizzati.

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