VIDEO
Cerca video
CONSIGLI 26 DICEMBRE 2023

Dove buttare i rifiuti elettronici RAEE: attenzione alla multa

Quando si parla di RAEE, i rifiuti elettronici, il loro corretto smaltimento è spesso sconosciuto, con i cittadini che finiscono per improvvisare in modo potenzialmente dannoso per l’ambiente e anche per il portafogli, considerando il rischio di multa salata a cui si espongono. Eppure in molti denotano un certo imbarazzo di fronte al corretto smaltimento dei rifiuti.

La confusione parte dalle cose più banali come, ad esempio, gettare i rifiuti organici in un sacchetto non compostabile: un errore inconcepibile quanto molto frequente, che invalida la raccolta differenziata. Ma gli errori diventano ancora più gravi quando si parla di RAEE, a causa del potenziale inquinante di questi oggetti.

Cosa sono i rifiuti RAEE?

Prima di determinare il loro corretto smaltimento, è opportuno capire cosa sono i rifiuti RAEE. L’acronimo inglese sta per “Waste of electric and electronic equipment”, in italiano “rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche” o, più semplicemente, rifiuti elettronici.

Questi particolari rifiuti consistono in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guasta, inutilizzata o obsoleta e dunque destinata all’abbandono. In molti sottovaluto il fatto che all’interno di tali oggetti si nascondano sostanze tossiche per l’ambiente, un problema che va ben oltre la non biodegradabilità degli stessi.

Il problema è sempre più vasto e sempre più su ampia scala, per via della diffusione esponenziale di apparecchi elettronici nel corso degli ultimi decenni. Basti pensare al boom degli smarphone, sempre più numerosi e dal ciclo di vita relativamente breve: una montagna di rifiuti elettronici che si fa sempre più fatica a gestire per evitare un disastro ambientale che è già in corso.

Per questo motivo tali prodotti vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, evitando uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature.

Quali sono le cinque categorie di RAEE?

Il Centro di Coordinamento RAEE (CDCRAEE) è l’organismo italiano che si occupa di ottimizzare le attività di ritiro e gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, con lo scopo di incrementare la raccolta di questa tipologia di rifiuti su tutto il territorio nazionale e di raggiungere gli obiettivi di raccolta stabiliti dall’Unione Europea per salvaguardare, tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente e della salute umana.

I RAEE sono classificati in due grandi insiemi, a seconda del loro uso: RAEE domestici, originati dalle abitazioni, e RAEE professionali, vale a dire tutti quegli scarti elettronici prodotti dalle arrivata commerciali, industriali e istituzionali.

Ma la normativa va più nel dettaglio, individuando cinque categorie differenti di rifiuti hi-tech, dove raggruppare gli apparecchi a seconda delle tecnologie necessarie al loro trattamento. Queste categorie vengono indicate dalla lettera R e da un numero:

  • R1: rifiuti elettronici da freddo e clima, come frigoriferi e condizionatori;
  • R2: i grandi elettrodomestici, come lavatrici, forni, lavastoviglie e piani cottura;
  • R3: televisori e schermi;
  • R4: piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, come gli smartphone;
  • R5: sorgenti luminose.

Come si smaltiscono i RAEE?

Proprio le categorie dei RAEE aiutano a comprendere come smaltire correttamente questi pericolosi rifiuti. Dovrebbe essere superfluo dirlo, ma i rifiuti elettronici non vanno mai e poi mai smaltiti insieme ai restanti rifiuti. Inoltre, troppo spesso la scarsa consapevolezza dei cittadini, unitamente al carente senso civico, porta ad abbandonarli in qualche angolo della strada. Eppure le pratiche corrette costerebbero davvero poca fatica.

Le alternative possibili sono molteplici, a partire dalla consegna presso l’isola ecologica più vicina, dove si trovano spazi appositi per la raccolta dei RAEE. Ogni centro abitato possiede punti di raccolta: basta consultare i siti web del proprio comune per individuare quello più comodo.

Ma se portare i rifiuti in un centro di raccolto costa fatica, soprattutto in caso di presenza di grandi elettrodomestici, i comuni stessi si operano nel servizio di ritiro a domicilio, solitamente messo a disposizione gratuitamente dalla società che si occupa di gestire i rifiuti urbani.

Infine, è possibile consegnare le nostre apparecchiature direttamente nei negozi di elettronica. Non tutti lo sanno, ma all’acquisto di un nuovo elettrodomestico il negoziante è tenuto a ritirare quello vecchio, a patto che sia equivalente.

Le sanzioni per i rifiuti elettronici

Una volta compresa la pericolosità dei RAEE, è facile immaginare che esistano delle multe esemplari per chi non rispetti le regole di smaltimento.

La legge vieta in maniera assoluta l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti di qualsiasi genere e chi non osserva il divieto ha l’obbligo di rimuovere quanto abbandonato.

Il semplice abbandono di rifiuti è punito con una sanzione amministrativa da un minimo di 300 a un massimo di 3.000 euro. Ma se si tratta di rifiuti pericolosi, come nel caso di alcuni RAEE, la pena è aumentata fino al doppio.

Con il termine “abbandono” si intende anche il semplice deposito nei pressi di un cassonetto ed è importante sottolineare come le pene si siano inasprite a partire dal 2010. Infatti non vi è più alcuna distinzione tra abbandono lieve o abbandono rilevante.

175.725 visualizzazioni
Chiudi
Caricamento contenuti...