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CUCINA 19 NOVEMBRE 2020

Fiori di sambuco, come usarli in cucina

Tra le infiorescenze eduli più apprezzate, ci sono i fiori del Sambucus nigra, delicati, profumatissimi e molto versatili in cucina.

Originario della zona tra Europa e Caucaso, il sambuco è una arbusto classificato nella famiglia delle Adoxaceae: tra primavera ed estate, sui suoi rami sbocciano delle infiorescenze ad ombrello di fiorellini bianchi a forma di stella, commestibili come le tipiche bacche nere prodotte dalle varietà non velenose di questa pianta.
Per sfruttare le caratteristiche antinfiammatorie, digestive e diuretiche delle infiorescenze soddisfando anche il palato, ci si può sbizzarrire con innumerevoli ricette: preparando una pastella con acqua frizzante ben fredda, farina e un pizzico di sale, ad esempio, si possono immergere per pochi istanti gli ombrelli del sambuco per poi friggerli ottenendo gustose frittelle da servire come antipasto. Se si pensa ad una merenda o ad un dessert inconsueto, basta aggiungere zucchero nella pastella per gustarle in versione dolce.

Ottimi anche i pancake: preparate un composto sbattendo 2 tuorli d’uovo con 200 ml di latte e 25 grammi di burro freddo, poi incorporate 125 grammi di farina setacciata a cui avrete aggiunto 6 grammi di lievito per dolci ed un pizzico di sale. A parte, montate gli albumi a neve ferma ed uniteli all’impasto, infine aggiungente una decina di infiorescenze di sambuco senza stelo poco prima di cuocere il tutto in padella, un mestolino alla volta.
Per chi vuole sperimentare, ci sono ricette per focacce, acque aromatizzate, tisane e addirittura risotti ai fiori di sambuco: con lo sciroppo ottenuto lasciando in infusione 5 o 6 fiori freschi in un litro d’acqua, con l’aggiunta di acido citrico, zucchero e succo di limone, si possono preparare anche rinfrescanti cocktail come il celebre Hugo.

Per conservare i fiori per preparazioni successive, è possibile lasciarli essiccare in penombra in un luogo asciutto e ventilato e poi riporli in un contenitore a chiusura ermetica, oppure si possono mettere sottolio o congelare, a patto di averli prima sgranati il più possibile dai piccoli steli verdi a cui sono attaccati.

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