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CURIOSITÀ 30 DICEMBRE 2023

Il livello del Mediterraneo si sta alzando troppo velocemente

Il Mediterraneo, gioiello della geografia e fulcro di inestimabili ricchezze culturali, sta vivendo un cambiamento epocale che minaccia la sua stessa identità. Un recente studio condotto da esperti italiani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con l’Università olandese di Radboud, ha sollevato allarmi inquietanti: il livello del mare sta aumentando a una velocità triplicata rispetto alle stime precedentemente considerate. Questo fenomeno, aggravato dalla subsidenza del suolo, potrebbe mettere a rischio oltre 38.500 chilometri quadrati di coste, con serie implicazioni per l’intera regione.

Le nuove previsioni sull’innalzamento del Mediterraneo

Nel dettaglio, le nuove proiezioni dell’innalzamento del Mediterraneo, pubblicate sulla rivista Environmental Research Letters, indicano che il problema è più grave del previsto. Le coste a maggior rischio si concentrano principalmente in Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Puglia settentrionale sul versante adriatico, insieme a Toscana, Lazio e parte della Sardegna sul versante tirrenico. Questa accelerazione è attribuita al fenomeno della subsidenza, il movimento verso il basso del suolo, sia di natura naturale che antropica. Marco Anzidei, Antonio Vecchio ed Enrico Serpelloni, i tre ricercatori coinvolti nello studio, evidenziano come in alcune zone del Mediterraneo il livello del mare stia aumentando a una velocità quasi triplicata rispetto alle zone più stabili.

I ricercatori hanno impiegato dati provenienti dai sistemi di navigazione satellitare, garantendo un calcolo estremamente preciso delle velocità di spostamento verticale del suolo. Ricalcolando le proiezioni fino al 2150 in 265 zone del Mediterraneo, hanno identificato le aree più vulnerabili. Marco Anzidei avverte che ciò comporterà impatti significativi sull’ambiente, sulle attività umane e sulle infrastrutture. Il momento di agire è ora, sostiene, con azioni concrete a sostegno delle popolazioni costiere che rischiano di trovarsi sempre più in balia dell’innalzamento del livello del mare.

Cosa accadrà alle coste italiane: diventeremo Atlantide?

Le coste italiane, icona di bellezza e storia millenaria, potrebbero presto affrontare una sfida senza precedenti. Secondo uno studio del 2021 condotto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), le proiezioni sull’innalzamento del livello del mare potrebbero essere sottostimate lungo le coste mediterranee. La ricerca, intitolata “Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts,” pubblicata su Environmental Research Letters, sottolinea come la subsidenza sia cruciale nell’accelerare questo processo.

I ricercatori hanno utilizzato dati provenienti dalle stazioni geodetiche satellitari GNSS, situate entro 5 km dal mare, per calcolare con precisione millimetrica le velocità di spostamento verticale del suolo. Ricalcolando le proiezioni dell’IPCC fino al 2150 in 265 zone del Mediterraneo, hanno rivelato differenze significative rispetto al report originale, con valori che vanno da +109 cm a -77 cm circa. In particolare, le coste del Mediterraneo, una superficie di circa 38.500 km2, saranno presto più esposte al rischio di inondazione marina, con conseguenti impatti sull’ambiente, sull’attività umana e sulle infrastrutture.

Le recenti ricerche mettono in guardia sul rapido innalzamento del Mediterraneo, un fenomeno che non può più essere ignorato. L’urgenza di adottare misure concrete per proteggere le popolazioni costiere è cruciale. L’Italia, con le sue preziose coste, deve prepararsi a fronteggiare una nuova realtà con i nostri mari a rischio.

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