La scienza, a distanza di oltre due secoli, ha trovato la risposta a una delle disfatte più famose della storia. Infatti, pare sia emersa una scoperta sorprendente sulla celebre sconfitta della campagna russa di Napoleone Bonaparte nell’estate del 1812. Secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Institut Pasteur di Parigi, non soltanto il freddo estremo la fame logorante e gli stenti sono stati fatali alla Grande Armata, ma anche dei virus. Nello specifico, delle infezioni batteruche avrebbero avuto un ruolo determinante (fino a oggi sottovalutato).
Cosa dice lo studio sulla sconfitta di Napoleone: scienza e storia si mescolano
Ma perché sarebbe stato un virus a rendere estremamente vulnerabile l’armata di Napoleone? A dircelo è uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology e condotto dai ricercatori dell’Institut Pasteur, in Francia. Il gruppo guidato da Nicolás Rascovan ha recuperato e analizzato i denti di 13 soldati francesi sepolti in una fossa comune a Vilnius, in Lituania, riesumati nel 2002.
Così è stato scoperto il Dna di due agenti patogeni: il batterio Salmonella enterica, associato alla febbre enterica o paratifoide, e la Borrelia recurrentis, trasmessa da pidocchi e responsabile di febbri molto frequenti. Contrariamente a quanto ci si aspettasse, invece, non sono state rilevate tracce del batterio tradizionalmente ritenuto responsabile del tifo esantematico, la Rickettsia prowazekii, e ritenuto sinora la causa principale delle perdite militari di Napoleone Bonaparte.
Il ruolo di Napoleone: un po’ di contesto
Il contesto storico è ben noto: Napoleone scese nella Russia zarista con circa 500 o 600mila uomini, ma alla fine dell’autunno solo una frazione riuscì a ritirarsi. I fattori evidenziati nei resoconti dell’epoca erano freddo, fame, terreno ostile, dispersione e malattie (soprattutto il tifo). Lo studio microbiologico aggiunge però un nuovo tassello: in condizioni logistiche pessime, con accampamenti improvvisati, acqua e cibo contaminati, igiene praticamente assente e vettori come pidocchi onnipresenti le due infezioni identificate avrebbero potuto indebolire massicciamente la guarnigione napoleonica.
Secondo il team di ricercatori, l’identificazione di Salmonella enterica e Borrelia recurrentis suggerisce che la malattia che ha contribuito al collasso dell’armata fosse più complessa e multifattoriale di quanto si fosse pensato. Il ceppo di B. recurrentis emergente appare addirittura legato a lignaggi che già 2mila anni prima circolavano in Europa. Gli esperti hanno sottolineato che non aver trovato tracce del tifo in quei 13 campioni non esclude la sua presenza altrove, ma rimette in discussione l’ipotesi monolitica che attribuiva tutto a una patologia estremamente diffusa all’epoca dei fatti.
Le implicazioni della nuova scoperta su Napoleone
Da questa rinnovata chiave di lettura, la sconfitta di Napoleone non sarebbe stata provocata da un solo fattore, ma piuttosto da un mix micidiale: clima invernale rigido, stanchezza, marce estenuanti, fame, freddo e da virus. Nello specifico, due infezioni invisibili che si sono abbattute su un esercito già sull’orlo del collasso. Lo studio evidenzia come la febbre paratifoide, causata dalla S. enterica, implichi una temperatura corporea elevata, diarrea e disidratazione; mentre quella ricorrente, causata dalla B. recurrentis, poteva produrre attacchi ripetuti di febbre e debilitazione cronica: condizioni terribili per soldati già esausti.
Le implicazioni della nuova ricerca scientifica non solo riscrivono un capitolo della storia militare europea, ma aprono nuove prospettive sullo studio delle malattie infettive antiche, sulla loro persistenza nel tempo e sulle modalità di diffusione in contesti bellici. In particolare, la capacità di estrarre e sequenziare Dna da resti molto degradati apre nuove strade per comprendere come gli agenti patogeni abbiano influenzato eventi storici.
Nonostante il virus di Napoleone (o, meglio, il batterio) non sia stato l’unico motivo della sconfitta della campagna russa, questo studio indica chiaramente che malattie ben diverse da quelle ritenute fino a oggi responsabili avevano un ruolo rilevante. La ritirata napoleonica, dunque, può essere vista anche come una catastrofe sanitaria oltre che militare.




















